All’interno della Sala Sanseverino della Certosa di Padula, questa mattina, l’assessore regionale all’agricoltura, Nicola Caputo ha incontrato gli allevatori e gli agricoltori del Vallo di Diano che da diversi mesi si sono uniti in un fronte comune per tutelare e salvaguardare l’attività che svolgono quotidianamente.
L’incontro è stato fortemente voluto dagli allevatori del Vallo di Diano che hanno trovato l’intercessione del consigliere regionale Tommaso Pellegrino affinché si concretizzasse velocemente il momento di confronto.
“Ringrazio l’assessore Nicola Caputo per la pronta partecipazione. A lui e alla giunta della Regione Campania chiediamo un’attenzione particolare con aiuti concreti e reali a quel settore che rappresenta nei nostri territori un polmone importante – dice il consigliere regionale Tommaso Pellegrino – Il conflitto bellico ha incrinato quel sottile equilibrio dell’economia agricola. Tutte le materie prime sono aumentate a dismisura, tranne il prezzo del latte. Bisogna intervenire. Vogliamo essere grati a voi che valorizzate la nostra terra, risorsa di cui siamo molto orgogliosi”.
Vicinanza al settore agricolo-zootecnico è stata espressa dalla sindaca di Padula Michela Cimino, affiancata e sostenuta dai consiglieri Giusy Abbatemarco, Giuseppe Tierno e dalla vicesindaca Caterina Di Bianco.
Presenti all’incontro anche il consigliere regionale Corrado Matera e il Direttore Sanitario Veterinario dell’ASL Salerno Giuseppe Fornino.
“Questo momento rappresenta un allarme sociale. Il costo di produzione del latte arriva ad essere superiore a quello di vendita, ciò determina una riduzione dell’attività produttiva o addirittura la scomparsa di alcune aziende. – commenta il consigliere Corrado Matera – È una crisi che mette in ginocchio un territorio che è sempre stato a vocazione zootecnica. Il latte vaccino è da sempre il punto di forza della nostra identità sia culturale che commerciale, data la trasformazione della materia prima in alimenti dop. Il nostro è un territorio individuato come area interna e zona pilota, perciò deve essere sempre salvaguardato”.
L’incontro si è sviluppato con un dibattito animato dalle preoccupazioni degli allevatori, causate dal precario sostentamento delle loro aziende e dalle misure di finanziamento regionali, quali il PSR, che non hanno avuto un esito concreto nelle risposte.
“Da soli, mettendo insieme le singole forze, noi piccoli allevatori abbiamo raggiunto 0,52 centesimi a litro di latte rispetto ai 0,36 iniziali. Ringraziamo l’unico caseificio del Vallo di Diano che ci è venuto incontro accogliendo e riconoscendo il nostro grido di allarme. – intervengono con enfasi un paio di esponenti del gruppo – Il latte non arriva più dall’estero, come accadeva un paio di anni fa, quindi i trasformatori hanno necessità di reperire la materia prima e questo ci favorisce. Purtroppo, le criticità che affrontiamo abbracciano più aspetti: i cinghiali ci devastano le coltivazioni e le misure regionali non sono appropriate perché incentivano i furbetti; il rilevamento della brucellosi è da rivedere perché si rischia di bloccare un’azienda a causa di un capo ‘falso positivo’. Inoltre, noi allevatori di vacche, rivendichiamo la stessa attenzione che si destina agli allevamenti bufalini. Sia il prezzo del latte che la rinomanza sono ìmpari. Inoltre, la costituzione di un impianto di biomassa risolverebbe il problema dei reflui aziendali.”.
Ha dato il suo contributo al dibattito anche Vincenzo Tropiano, direttore della Coldiretti che ha rievocato le cause dell’inizio della crisi zootecnica nel Vallo di Diano: eccessiva frammentazione delle aziende, di cui solo 16 contano più di 100 capi; quindi, 9mila capi sono sparpagliati su 160 aziende. “La mia proposta riguarda la costituzione di contratti di filiera – chiarisce il direttore – che costituiscono il collante favorevole a tracciare una traiettoria positiva per questo territorio”.
Dopo aver ascoltato gli interventi degli allevatori e degli esponenti politici del territorio, tra i quali nel pubblico ricordiamo il Presidente della Comunità Montana Vallo di Diano Francesco Cavallone, il Presidente del Consorzio di Bonifica Beniamino Curcio e alcuni sindaci del territorio, l’assessore regionale all’agricoltura ha replicato con un atteggiamento di apertura.
“Quello che mi avete raccontato oggi, qui, lo registro in tutta la Campania, ma il problema è di natura strategica. Ci siamo resi conto che siamo troppo dipendenti da alcuni Paesi e non abbiamo valorizzato e creato un mercato di qualità indipendente anche dal Nord Italia. La vostra è un’iniziativa di grande maturità perché state andando oltre l’individualismo. – commenta Nicola Caputo – Dobbiamo cercare di costruire un brand della Campania per essere percepiti sul mercato. La mia proposta riguarda misure di sostegno alle imprese con PSR semplificati. L’agricoltura e l’allevamento sono all’ordine del giorno nell’agenda politica della Regione però c’è bisogno di fare un salto culturale perché fregare il prossimo dà vantaggio solo a breve termine. Per quanto riguarda le criticità esposte dagli allevatori, posso dire che ci stiamo muovendo per eradicare la brucellosi. Siamo con voi. Dovete avere la certezza che noi siamo dalla vostra parte. Da questo momento in poi, cerchiamo di affrontare insieme le criticità senza ricorrere a ricorsi vari altrimenti incorriamo nella devianza della Pubblica Amministrazione”.