Il Consiglio nazionale dei dottori Commercialisti ed esperti contabili ha il suo nuovo Presidente nella persona del Prof. Elbano De Nuccio ed un nuovo Consiglio.
Una vittoria anche del neo Presidente dell’Ordine dei Commercialisti ed esperti contabili di Sala Consilina-Lagonegro Gianluca Timpone, che ha fortemente sostenuto l’elezione di De Nuccio.
“Sono veramente felice – riferisce il Presidente Gianluca Timpone – in quanto, dopo anni di commissariamenti e peripezie varie si è riusciti ad eleggere, democraticamente, il vertice dell’organo di autogoverno della nostra professione. Elbano De Nuccio, professionista di altissimo livello di cui mi onoro essere grande amico, rappresenta il totale rinnovamento rispetto alle vecchie logiche e ai vecchi personaggi che hanno portato ad anni di stallo.”
Il voto di ieri, però, ha creato una spaccatura all’interno del Consiglio dell’Ordine dei Commercialisti ed esperti contabili di Sala Consilina-Lagonegro. “Forse è stata anche colpa mia – spiega – nel non essere stato talmente bravo nel far capire alla maggioranza del Consiglio l’importanza del vento nuovo che spirava da Roma che, evidentemente, non ha raggiunto molti miei colleghi, purtroppo ancorati alle vecchie logiche, alle vecchie amicizie ed ai vecchi rapporti”.
Insomma non tutti i componenti il nuovo Consiglio dell’Ordine di Sala Consilina-Lagonegro si sarebbero mossi secondo le indicazioni del Presidente Timpone.
“Purtroppo è così. – continua il Presidente Timpone – La lungimiranza da noi non è un pregio e il Consiglio si è spaccato sul voto del nuovo Presidente, dove la maggioranza, escluso il sottoscritto ed altri due consiglieri, ha pensato bene di appoggiare il candidato che si opponeva alla lista del neo Presidente De Nuccio e, purtroppo, c’è da registrare questa spaccatura tra voto del Presidente e maggioranza dei consiglieri che rappresenta sicuramente un vulnus”.
“Il rapporto di amicizia che mi lega al nuovo Presidente nazionale, a prescindere dai ruoli, mi permette ancora di rimanere nella considerazione, nonostante tutto, dei vertici nazionali, ma con rammarico – continua Timpone – devo constatare la totale assenza di visione strategica di molti componenti del nostro Consiglio, in particolare da chi ha rivestito, anche se ora esterno all’Ordine, per anni ruoli importanti all’interno del consesso professionale. Il creare fratture ad arte, sulla scia del guerreggiare continuo, oltre ad essere una perdita di tempo e di energie positive, porterebbe a far commissariare di nuovo e dopo soli due mesi, il nostro Ordine, specie se io facessi un passo indietro. Io, però, resterò fermamente al mio posto perché non ci possiamo permettere altri anni di stallo, con tutti i problemi da affrontare e le occasioni da cogliere, specie pensando ai fondi del PNRR, dove importante e fondamentale diventa il rapporto stretto col Consiglio nazionale che vanto di avere, ma anche i colleghi che hanno fatto commissariare in passato il nostro Ordine devono deporre le armi e pensare a lavorare per il bene degli iscritti e non solo”.
“Era sulla scia di questo rinnovamento che ci eravamo mossi, riuscendo ad avere una netta affermazione della nostra lista alle ultime elezioni del Consiglio dell’Ordine di Sala Consilina e Lagonegro, con l’intento di portare il nostro piccolo Ordine alla ribalta nazionale, uscendo da sterili provincialismi e beghe locali e fu soprattutto per questo motivo che diedi la mia disponibilità. – ammette Timpone – Io spero anche che dopo questa vittoria che abbiamo ottenuto anche a livello nazionale con l’elezione alla carica di Presidente del mio amico De Nuccio ognuno si faccia un severo esame di coscienza e si assuma le proprie responsabilità rispetto agli iscritti, al territorio ed alle imprese che noi dovremmo aiutare per superare questo momento difficile”.
“Ora – conclude il Presidente Gianluca Timpone – è il momento di deporre le armi e mettere da parte tornaconti e orgogli personali e di usare ognuno i propri rapporti per il bene comune. Sia chiaro a tutti, però, che chi non se la sente di andare in questa direzione tracciata nel programma elettorale, può liberamente rassegnare le proprie dimissioni da consigliere, lasciando spazio ad uomini e donne liberi. Io, da uomo libero, ci sono e continuerò a credere nei motivi che mi hanno ispirato a sposare la causa”.