Evento molto raro all’ospedale “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno. Lunedì mattina, infatti, nel reparto di Gravidanza a rischio è nato un bambino “con la camicia”.
Si tratta, nello specifico, della nascita di bambini ancora avvolti nel sacco amniotico. La camicia è una metafora per indicare l’involucro che ha il compito di proteggere il feto durante la permanenza nel grembo materno, avvolgendolo completamente. Si chiamano “corion” e “amnios” le due membrane essenziali che compongono il sacco amniotico, entrambe ricche di acqua, lipidi, sali minerali e proteine. All’interno del sacco c’è il liquido amniotico che consente al bambino di vivere 9 mesi in un ambiente umido e confortevole, adatto alla sua crescita.
I bambini che nascono con il sacco amniotico integro vivono un’esperienza meno traumatica, per loro il parto risulta più naturale, perché il liquido nella sacca attenua gli urti contro il corpo materno. Soprattutto la testa viene protetta mentre passa lungo il canale del parto e ricevono molto più ossigeno. Il fenomeno si verifica una volta ogni 80mila nascite. Il sacco amniotico di norma si rompe poco prima del parto, durante la rottura delle acque, prima dell’inizio del travaglio o durante le contrazioni. In questi casi rari, invece, resta intatto e il bambino vede la luce avvolto ancora nella ‘bolla’ dove ha trascorso i suoi 9 mesi.
Ad operare la donna al “Ruggi” è stato il ginecologo Mario Polichetti insieme alla sua équipe con una tecnica particolare, la digitoclasia. “Siamo riusciti a scollare il sacco amniotico senza romperlo e a far nascere il bambino con tutta la camicia. Una cosa molto bella e rara” dichiara Polichetti.