Un pesce d’aprile che si è trasformato in triste realtà per una quarantina di studenti di Sasso di Castalda e Brienza che frequentano l’istituto scolastico “Pomponio Leto” di Teggiano.
Da ieri, infatti, si ritrovano quasi a piedi dato che, concluso lo stato di emergenza in Italia causato dal Covid-19, uno dei due bus che li trasportava a scuola è stato soppresso e i genitori sono costretti a raggiungere Brienza e, per due volte a settimana, Teggiano, per l’assenza di collegamento. “Regredire anziché progredire, questo è il motto della nostra Regione”, lamentano i genitori degli studenti lucani che studiano al Pomponio Leto.
“Purtroppo, questa esperienza – aggiungono – ci fa capire che nella nostra Regione non c’è da parte dei governatori la capacità di progettazione e la voglia di ascoltare i cittadini. Siamo rammaricati, delusi, abbandonati e raggirati, per non sfociare in altri termini. In questo caso, viene a mancare il diritto allo studio. Ci auguriamo in un intervento degli Enti preposti, che sia Regione Basilicata o Provincia di Potenza, al fine di risolvere questa problematica”.
In questi due anni la Regione Basilicata è intervenuta mettendo a disposizione due pullman (delle Autolinee Gambioli). Uno che è partito da Savoia di Lucania e l’altro da Brienza. Ma con la fine dello stato di emergenza è rimasto solo quello che parte da Savoia e i genitori devono portare i propri figli a Brienza, da Sasso di Castalda, tutte le mattine, andare a riprenderli il pomeriggio e poi, dato che al “Pomponio Leto” per due volte a settimana ci sono le lezioni anche di pomeriggio, devono arrivare fino a Teggiano.
Perché anche quello del pomeriggio non c’è più, visto che uno dei bus è stato soppresso. Autolinee Gambioli, che non ha alcuna responsabilità in questa vicenda, contattata, ha fatto sapere che “nulla dipende dalla volontà dell’azienda, che per attivare l’altro bus ha bisogno dell’autorizzazione degli Enti preposti”. Stando a quanto riferito dai genitori, quasi mai da Savoia di Lucania qualcuno parte a bordo del pullman. La soluzione migliore, secondo i genitori, sarebbe quella di avviare un dialogo e capire le problematiche, “al fine di garantire un servizio essenziale che in questi due anni, fino al 31 marzo, ha funzionato alla perfezione”.
E’ tanta la delusione per gli studenti, 6 di Sasso di Castalda e 34 di Brienza.