Si è concluso oggi pomeriggio presso il Tribunale di Lagonegro il processo a carico di Salvatore Bifulco, 48enne napoletano, e Giuseppina Galdi, 49enne di Baronissi, imputati, a vario titolo, dei reati di maltrattamenti contro familiari conviventi, con l’aggravante di aver agito per motivi abietti o futili, adoperando sevizie e agendo con crudeltà, di omissione di soccorso, di sequestro di persona e di lesioni personali gravi. Bifulco è stato condannato a 14 anni di reclusione e la Galdi a 8 anni. Per entrambi il giudice ha disposto la sospensione della potestà genitoriale.
Nel corso del processo che ha preso il via nel gennaio del 2019 i due hanno dovuto rispondere di aver costretto Veronica Barilaro, giovane di Teggiano e figlia della Galdi, quest’ultima compagna di Bifulco all’epoca dei fatti, a subire violenze fisiche e morali dal 2012 al 2015. La ragazza in quegli anni viveva con la madre e il compagno di lei tra Pozzuoli e Maratea, luoghi in cui si sono consumati i reati di cui la coppia è imputata. Calci, pugni e ginocchiate al centro della drammatica vicenda che vede come vittima Veronica la quale, a causa dei traumi subiti e di cui oggi porta i segni, ha perso la vista all’occhio sinistro, oltre che parte dell’olfatto. Pochi mesi fa la ragazza, che oggi si è vista riconosciuta il risarcimento dei danni, si è sottoposta ad un delicato intervento all’occhio.
Numerose le violenze denunciate, tra cui ustioni sul corpo causate da getti d’acqua bollente e la segregazione, fino alla liberazione nel 2016, quando Bifulco, arrestato per altri reati, si rese latitante accompagnato dalla Galdi e lasciò Veronica a casa da sola. Solo in quel momento la ragazza trovò il coraggio di chiamare il 112 e chiedere aiuto ai Carabinieri che la riportarono tra le braccia del papà.
A difendere Veronica, che si era anche costituita parte civile insieme al padre e al fratello, è stato l’avvocato Renivaldo Lagreca. “È una risposta di giustizia – dichiara il legale ad Ondanews – che serve a lenire le ferite, ma non di certo quelle dell’animo che non potranno essere sanate”.
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