Un eccesso di metalli pesanti a livello preoccupante, come il cadmio ad altissima nocività, la diossina e la presenza di mercurio 5 volte superiori ai valori rilevati nella Terra dei fuochi. E’ stato rilevato, inoltre, un rapporto diretto tra attività siderurgica ed emissione di mercuriali a causa della combustione di carbon coke. Sono questi i dati più gravi emersi dal rapporto Spes commissionato dalla Regione Campania. Secondo lo studio, infatti, chi vive vicino alle Fonderie Pisano rischia gravi danni alla salute, anche tumori. Intervengono però, dopo tutte le polemiche, i dipendenti delle fonderie che, stanchi dei continui attacchi, reclamano il proprio posto di lavoro e chiariscono che gli studi condotti hanno alcune lacune.
“Ancora una volta le Fonderie Pisano e noi operai ci ritroviamo al centro di critiche e accuse assolutamente prive di fondamento – dichiarano -. In queste giornate assistiamo ad attacchi che evidenziano una specifica volontà di chiudere lo stabilimento, senza minimamente ragionare di come stanno effettivamente le cose dal punto di vista ambientale, nonostante numerosi documenti che spiegano bene il contesto specifico e generale e che non evidenziano preoccupazioni per la salute dei cittadini e di noi dipendenti. Due riferimenti a elementi segnalati continuamente, ma erroneamente, senza alcun fondamento: le emissioni di mercurio (pur non soggette ad alcun rilevamento nel resto d’Italia) esprimono una concentrazione pari a 0,01 mg/Nm3 a fronte di un valore limite di emissioni pari a 0,2 mg/Nm3 (venti volte meno); mentre le emissioni di diossine hanno un valore di 0,0000000173 mg/Nm rispetto al limite di emissione di 0,01 Nm3 (oltre 1.000 volte in meno). Analoghi valori sono stati riscontrati nelle innumerevoli prove di autocontrollo effettuate nella nostra azienda da enti terzi certificati”.
In merito alle notizie diffuse sui danni alla salute, invece, gli operai fanno sapere che le autorità sanitarie sono in possesso delle cartelle cliniche di ciascuno di loro. Ognuna di esse non riporta patologie riconducibili alle emissioni al di fuori del contesto normativo né collegamenti a mercurio, diossina o altre sostanze: “Riteniamo opportuno ripetere che non sono poche le aziende che potrebbero generare mercurio e diossina nel contesto più generale dell’area salernitana: sarebbe il caso di controllare con la massima attenzione”.
Non è poi mancato il riferimento all’Ilva di Taranto: “La più grande acciaieria di Europa che si estende su circa 15 milioni di metri quadri ed è in grado di trasformare oltre 20 milioni di tonnellate di minerali di ferro. Contiene al suo interno 190 km di nastri trasportatori, 50 km di strade e 200 km di ferrovia, 5 altiforni, 5 colate continue, 2 treni di parchi minerali, 2 cave. E’ interessata da un ciclo di produzione che si svolge h24 per tutto l’anno. E’ evidente, quindi, che a questi grandi numeri corrisponda anche un grande impatto in termini ambientali. La Fonderia Pisano, unica in Campania è, come tante in Italia, una fonderia di seconda fusione e, quindi, non è strutturata per lavorare i minerali di ferro, ma unicamente per trasformare i pezzi di ghisa in nuovi e, quindi, riciclare”.
Non sussisterebbe quindi alcuna comparazione tra l’Ilva e le Fonderie Pisano, sia a livello ambientale che produttivo. Le Fonderie infatti producono annualmente ciò che all’Ilva si produce in un anno. Sostanziale è anche la differenza tra l’estensione, decisamente più contenuta rispetto a quella tarantina: meno di 4000 metri quadrati, senza strade né ferrovie. “Un breve passaggio sui tumori e le malattie oncologiche: tra di noi e le nostre 120 famiglie non risultano casi di questa tipologia di malattie – continuano –. Anche in questo caso va ricordato che l’azienda ha commissionato uno studio all’Università di Napoli che ha analizzato circa 1.500 cartelle cliniche (tra le quali una all’anno negli ultimi 12 anni) di noi operai delle Fonderie Pisano ed il risultato è stato che la percentuale di malattie oncologiche presenti è molto inferiore ai valori nazionali per le stesse classi di età. E’ utile ripetere un altro stimolo a guardare con attenzione a tutti i fattori che possono incidere nel delineare un quadro di inquinamento ambientale. Che cosa combina l’autostrada? Tempo fa citammo uno studio che ha dimostrato che l’emissione di polveri (grossolane e sottili) prodotte dal nostro stabilimento, ricadenti nel raggio di 500 metri dal nostro sito produttivo, è imputabile solo per il 2% alla nostra produzione e per il rimanente 98% al traffico veicolare ed alla presenza di altre attività”.
Su queste basi si può discutere seriamente e si può richiamare l’attenzione al suolo comprato dalle Fonderie Pisano a Buccino, volto a realizzare uno stabilimento a basso impatto ambientale. “Perché non discuterne apertamente e senza pregiudiziali? Perché non costruire in Campania la più moderna fonderia di Europa? Noi siamo pronti a dare il nostro onesto contributo per favorire una nuova localizzazione delle Fonderie – concludono -. Ma siamo sicuri che si discuterà con onestà e nel rispetto della verità e del lavoro di 120 persone con le loro famiglie?“.
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