Federcepicostruzioni lancia l’allarme: l’edilizia è al collasso a causa dei rincari insostenibili delle materie prime. Una situazione diffusa e generalizzata: il prezzo del bitume, a mero titolo esemplificativo, in meno di sei mesi è balzato da 350 euro a tonnellata a 700, il doppio.
“E’ un’emergenza che non può più essere fronteggiata soltanto con meccanismi di adeguamento dei prezzi – commenta il presidente di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi – occorrono interventi urgenti e strutturali che evitino il collasso del comparto. Sono già tantissime le imprese non più nelle condizioni di onorare contratti sottoscritti o appalti aggiudicati e tante hanno deciso di non partecipare più a gare, nel timore di questi forti rincari che ormai portano a raddoppi dei prezzi nell’arco di poche settimane. Occorrono interventi strutturali o si rischia il collasso. Il caro-carburanti, gas ed energia, i prezzi alle stelle delle materie prime, la difficoltà a reperirle e la chiusura degli impianti di produzione strozzati dal caro-bollette rendono impossibile proseguire le attività dei cantieri e costringono le imprese edili a sospendere i lavori per difficoltà di approvvigionamento dei materiali. È a rischio la sopravvivenza dell’intero comparto”.
“Siamo in piena ed avanzata fase di attuazione del PNRR – aggiunge – il default di aziende del comparto affidatarie o appaltatrici di lavori pubblici renderebbe estremamente problematico il rispetto del rigido cronoprogramma europeo. Occorre intervenire con la massima sollecitudine e, soprattutto, con la massima efficacia, adottando interventi che aiutino a fronteggiare una situazione di evidente e grave emergenza“.
Secondo Lombardi sono sempre più numerosi gli imprenditori oggi di fronte ad un bivio letale, costretti a scegliere tra la prosecuzione dei lavori rispettando i contratti sottoscritti, con condizioni radicalmente mutate a causa degli aumenti, oppure fermare le attività. Col rischio di fallimento, nel primo caso, di controversie giudiziarie con i committenti, nel secondo: in entrambe le opzioni con un impatto sull’economia generale e sull’occupazione molto allarmante. È quindi urgente che la politica intervenga con sollecitudine ed efficacia, anche in sede europea, evitando che la situazione precipiti ulteriormente. Non è un caso che sempre più gare d’appalto finiscano deserte: in un momento in cui i prezzi dei materiali utilizzati aumentano in modo esponenziale, con cadenza quasi quotidiana, nessuna impresa è in grado di garantire la validità e la sostenibilità di un preventivo per più di tre giorni: si preferisce paradossalmente non “rischiare” di vincere la gara sobbarcandosi lavori in perdita.
“È importante individuare sollecitamente soluzioni-ponte che consentano di fronteggiare l’attuale situazione – conclude Lombardi – intervenendo con urgenza per evitare la chiusura di tante aziende e il blocco di opere pubbliche. Proporremo, alla luce dell’emergenza di questi giorni, anche una rivisitazione del Pnrr da portare in Europa. È forse il caso di differire gli investimenti sulla transizione ecologica, per privilegiare interventi che rendano l’Europa più forte, più autonoma e più autosufficiente nella produzione delle materie prime“.