“È di queste ore la polemica innescata sulle sorti del nucleo Protezione Civile della Città di Eboli, in particolare sui provvedimenti adottati nei confronti di Raffaella Ruggiada e Valentina D’Ambrosio, capo nucleo e vice capo nucleo fino a qualche giorno fa, e sulle dimissioni di oltre 20 volontari – ha dichiarato la consigliera provinciale delegata alle Pari Opportunità e Politiche Sociali Filomena Rosamilia -. Una vicenda che non trova una chiave di lettura soprattutto se si consuma a pochi giorni dalle celebrazioni alle donne, una questione che merita senz’altro approfondimento e delle spiegazioni da parte dell’amministrazione comunale”.
“Tale decisione – continua – è stata adottata in piena violazione del Regolamento Nazionale della Protezione Civile che dal 2018 all’articolo 35 dice ‘all’interno del gruppo comunale è individuato, secondo i principi di democraticità, un coordinatore operativo dei volontari, referente delle attività di questi ultimi, e sono altresì individuate la durata e le modalità di revoca del coordinatore’. Inoltre, sarebbe stato omesso anche il rispetto del Regolamento Comunale di Protezione Civile che da normativa vigente prevede le ore minime effettive di prestazione di servizio pari a 120 ore che tutti i volontari attivi e operativi dovrebbero svolgere nel corso di un anno”.
“A Raffaella Ruggiada e Valentina D’Ambrosio ed ai volontari attivi del nucleo ebolitano, va tutta la mia vicinanza e la mia solidarietà. Come donna e come delegata provinciale alle Pari Opportunità. Ricordo ancora il grande e prezioso lavoro che insieme ai volontari della Protezione Civile, Raffaella e Valentina hanno portato avanti, giorno e notte, durante due anni di pandemia da Covid-19. Non si sono risparmiate nemmeno un giorno, garantendo assistenza alla cittadinanza e collaborazione con le realtà del terzo settore e con il Dipartimento Asl di Eboli nelle pratiche di gestione della fase della vaccinazione. Un impegno encomiabile di cui la Città Eboli dovrebbe riconoscerne il merito, un elogio pubblico a due donne che non hanno mollato mai. E invece, dall’altro lato solo silenzio e imbarazzo”.
“I cittadini ebolitani e soprattutto le persone interessate meritano le dovute spiegazioni. Mi sarei aspettata una presa di posizione da parte delle donne che siedono in assise comunale – conclude – almeno rispetto alla questione di genere. Chiedere per sapere non è mai uno sbaglio. Sapere, fingere e tacere è una grande mancanza di rispetto”.
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