Dal bunker di Kiev agli aiuti alla popolazione ucraina in terra polacca. E’ la storia di Vincenzo Barba, chef di Sant’Angelo Le Fratte, che nei primi dieci giorni di guerra ha vissuto a Kiev ed assistito all’avanzata dei russi.
Tramite l’ambasciata italiana lui e tanti altri sono riusciti ad abbandonare la capitale. Lui, però, ha deciso di andare non lontano dalla terra che gli ha dato tanto: si è fermato a Danzica, in Polonia, dove aiuta la popolazione ucraina in fuga dai territori bombardati per volere di Putin.
Vincenzo fa lo chef di professione ed è molto noto a Kiev essendo anche un personaggio della tv nazionale in cui propone i suoi squisiti piatti. Il suo lavoro lo ha portato in Ucraina, dove vive da molti anni e dove è molto apprezzato.
“La mia missione – ha dichiarato Vincenzo Barba a Ondanews – è quella di aiutare la popolazione ucraina. A Kiev sono stato sette giorni chiuso nel bunker con la mia famiglia, con tanti civili: attacchi di panico, si dorme poco, sono stati giorni davvero difficili. Da circa una settimana sono qui in Polonia e con altre persone e volontari stiamo aiutando i più bisognosi. Sono anche fortunato perché mi trovo in un ristorante dove lavoravo. Qui faccio raccolte, preparo da mangiare, ogni giorno a mezzogiorno con altri amici facciamo oltre 400 chilometri per portare beni di prima necessità nei punti che i profughi ucraini riescono a raggiungere. Poi torniamo indietro per organizzare il viaggio successivo“.
“Qui – ha aggiunto Vincenzo – c’è bisogno di acqua, roba da mangiare, beni di prima necessità. Stiamo facendo anche una raccolta fondi. Mi sono iscritto a un’associazione, la sera quando troviamo delle persone in frontiera le portiamo al ristorante e prepariamo da mangiare. Qui in zona arrivano tante persone da Leopoli e Kovel, facciamo il possibile”.
“Quello che sta succedendo in Ucraina è terrificante, molte informazioni i media russi non le fanno passare. La situazione è più tragica di quello che si racconta. Vedo bambini di pochi mesi, donne in attesa, anziani. Persone ferite e in difficoltà”. Vincenzo, come tanti altri, è stremato, ma non molla: “Resterò qui fino alla fine, fino a quando potrò, nel mio piccolo darò il mio contributo. L’Ucraina a me ha dato tanto negli ultimi 15 anni della mia vita e non posso lasciare così fregandomene. Preghiamo per la pace, sperando tutto finisca presto”.
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