Aveva già confessato di aver spinto la madre causandone il decesso, ma per la Corte di Assise di Potenza all’atto del gesto l’uomo era nelle condizioni di incapacità di intendere e volere. Per questo motivo questa mattina Antonio Ventre, 42enne di Brienza, è stato assolto dall’accusa di omicidio volontario nei confronti della madre 80enne che venne trovata priva di vita nella mattina del 3 luglio dello scorso anno alla fine della scalinata dell’appartamento dove viveva nel centro di Brienza.
Il 42enne era l’unico imputato del processo davanti alla Corte d’Assise di Potenza, presieduta dal giudice Federico Sergi, che ha emesso la sentenza. Una precedente udienza si era tenuta lo scorso 15 febbraio, quando l’avvocato di fiducia di Ventre, Lorenzo Raffaele Petracca, aveva sottolineato come l’uomo, all’atto della commissione del fatto, fosse nelle condizioni di incapacità di intendere e volere. Secondo le perizie redatte è affetto da alcuni disturbi psichici.
Già dopo l’accaduto, durante l’interrogatorio di garanzia, aveva ammesso di essere stato il responsabile di quanto accaduto davanti al Giudice per le indagini preliminari di Potenza, Lucio Setola. Così la contestazione a suo carico passò da omicidio preterintenzionale a omicidio volontario.
In Corso Umberto ad accorgersi di quanto accaduto fu un’infermiera che si stava recando da una vicina di casa per prestare assistenza sanitaria. La Corte di Assise ha disposto però la libertà vigilata per Ventre che su disposizione del Tribunale dallo scorso ottobre si trova presso una struttura protetta del Potentino, convenzionata con il Ministero della Giustizia, dove è anche in cura per le sue patologie. Resterà qui per due anni.
Accolta in pieno la tesi difensiva dell’avvocato Petracca che aveva sottolineato tale circostanza anche in sede di Riesame.
- Articolo correlato:
17/02/2022 – Uccise l’anziana madre a Brienza. Via al processo per omicidio volontario nei confronti di Antonio Ventre