Federico Conte, deputato di Liberi e Uguali, ha presentato un’interrogazione al Ministro della Transizione ecologica a proposito dell’area industriale di Buccino per preservare l’area a forte vocazione agroalimentare: “L’area industriale di Buccino non è idonea a ospitare insediamenti invasivi, ad alto impatto ambientale, incompatibili con le attività produttive e artigianali di natura agro-alimentari che sono la vera, straordinaria vocazione del territorio”.
Con riferimento al tentativo di allestire su quel territorio un insediamento delle Fonderie Pisano, Conte ha incalzato sulla tutela dell’ambiente. “Ho già presentato nei mesi scorsi – continua – allo stesso Ministro analoga interrogazione sul destino vocazionale dell’area industriale di Buccino. Dopo le Fonderie Pisano, il tema si ripropone per l’azienda Buoneco, che vorrebbe nella zona un impianto per il trattamento dei rifiuti. Va ricordato che l’area industriale di Buccino è realizzata nel letto del fiume Bianco ed è classificata dalla Regione Campania come distretto agro-alimentare. Sul territorio di Buccino, da censimento Istat 2010, risultavano presenti 1.265 aziende agricole a fronte di 5.000 abitanti con una media di 2,5 aziende agricole ogni 10 abitanti. In opposizione a questi insediamenti industriali si è strutturata una rete composta non solo dal Comune di Buccino ma anche dalla Riserva Foce Sele Tanagro, dall’associazione Radici che coordina un tavolo con vari soggetti attivi sul territorio. Sono al loro fianco e chiedo al Governo di intervenire per preservare la vocazione agroalimentare dell’area”.
Sulla questione è intervenuto anche il presidente della Commissione Aree Interne e consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Michele Cammarano che ha presentato una richiesta di audizione urgente in Commissione Ambiente. “L’area di Buccino– afferma – non può essere destinata a ospitare il nuovo stabilimento delle Fonderie Pisano e l’impianto di compostaggio Buoneco. Parliamo di un perimetro compreso nel sito d’interesse comunitario Fiumi Tanagro e Sele, per questo soggetto a vincolo paesaggistico. Un vincolo che riguarda la fascia dei 150 metri dalle sponde del fiume Bianco, le cui acque vengono usate per irrigare i campi di decine di aziende agricole della Piana del Sele. La Regione ha il dovere di ripensare a questa scelta, che rischia di avere conseguenze sull’economia di un territorio ad alta vocazione rurale, oltre che sulla salute dei cittadini”.
Secondo il consigliere la realizzazione di un sito di industria pesante non è coerente con i principi di tutela ambientale e con le prescrizioni di sviluppo sostenibile previsti dalla Strategia Nazionale Aree Interne.