Offeso e denigrato solo perché affetto da paraplegia spastica del terzo tipo. È questa la triste storia che arriva da Potenza. Protagonista è un giovane potentino da poco 18enne che ieri sera stava raggiungendo il padre nei pressi del Ponte di Montereale in città. Il giovane, affetto dalla grave patologia, è solito passeggiare con un passo lento e non regolare perché disabile, con non poche difficoltà.
Verso le 20 alcuni giovani lo hanno incrociato e vedendo il suo camminare particolare, con un equilibrio precario, hanno iniziato ad offenderlo. Il ragazzo fino a qualche tempo fa si muoveva sulla sedia a rotelle. Da un po’, anche a seguito di alcuni interventi, riesce a stare in piedi. Stava raggiungendo il padre che era in auto quando un gruppo, presumibilmente di 16enni e 17enni, cinque in totale, ha iniziato ad inseguirlo ed insultarlo chiamandolo “Pokémon” e con altre parole vergognose e abominevoli, senza alcuna forma di rispetto.
Il padre ha assistito da lontano ed è intervenuto subito quando ha visto il figlio in difficoltà. Uno dei giovani intento ad offendere, pare il più grande del gruppo, si stava avventando contro, ma solo l’avvicinarsi di altre persone ha fatto sì che questi balordi, come li definisce la madre del ragazzo, si allontanassero.
“Da madre – ha sottolineato – mi chiedo come faccio a stare tranquilla quando mio figlio è fuori casa. Perché questi quattro balordi non hanno avuto il sacrosanto ceffone al momento opportuno per far capire che sbagliavano. Cosa i genitori hanno insegnato loro? Facile insultare e mortificare chi è in difficoltà. Nel gruppetto c’erano anche ragazzine. Sono anni che combatto come madre per i diritti dei ragazzi come mio figlio e per lui affinché possa avere un mondo migliore ma qui tutto c’è tranne che qualcosa di migliore”.
Mortificati i genitori, che stanno valutando di denunciare l’accaduto, anche se al momento è più importante stare ancora più vicini al figlio: “Per il momento staremo vicini al nostro ragazzo. Tutto questo ha insegnato qualcosa anche a lui. Che non tutti sono amici sinceri e non ci si deve fidare di tutti”.
L’appello dei genitori non è solo quello di smuovere le coscienze, ma anche l’invito a chi occupa ruoli istituzionali di intervenire. “Inoltre – hanno concluso – c’è bisogno di genitori responsabili e non di amici genitori. Servono quelli con la G maiuscola che stiano dietro ai loro figli”.
Non so se definirli ragazzi,fanno pena,ieri ho assistito ad una scena a dir poco da vomito 5 scemotti il termine esatto non più di di 16 17 anni fermi vicino p.zza Don Bosco bestemmiavano senza motivo sputavano continuamente e non so cosa si passavano sotto forma di fumo,mi sono spaventata,arroganti senza dignità e soprattutto senza educazione e senza rispetto.che vergogna
Io che ci vivo a potenza e ho una paraplegia spastica ,capisco benissimo il ragazzo e i genitori….