Lettera aperta di Franco Iorio alla redazione
Occorre reinventare la vita, ecco che occorre adesso. Reinventarla perché è rimasta bloccata alla quarta ondata della pandemia che ci è arrivata addosso come uno tsunami. L’ultima ondata ha portato a incagliarci simile a una imbarcazione restata in secco dove l’ha spinta un mare forza nove. Ci guardiamo intorno sconsolati, ma per uscirne non ci serve un profeta. No, non un profeta, piuttosto abbiamo bisogno della fantasia. Per il futuro occorre tanta fantasia e dunque toccherà ai ventenni di questa anormalità di vita diventare “grandi giovani”.
Dovranno farlo forzatamente perché anche i “grandi vecchi” si sono smarriti. Si sono smarriti in questo meandro di virus cangevoli, di mix vaccinali diversi, di crisi economica e pure demografica, di evanescenza dei partiti, di crisi climatica, di venti di guerra, di scontri e polemiche anche sull’Alta Velocità nel Vallo di Diano. Qui c’è chi dimentica o non sa che nelle stazioni non passa un treno dal 1987, quella che chiamavamo “la littorina”.
Ecco, un po’ ovunque pare siano evaporati i pensieri e non ci siano più idee per il futuro. Una crisi dopo l’altra, senza soluzione di continuità, recitata come una cantilena che ci ha portato a considerare ogni occasione una crisi. Tanto per dirne una, con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza inserito nel programma Next Generation UE arriveranno finanziamenti tali da poter ripensare il sistema strutturale stesso del nostro Paese. E però mancano idee innovative, si ricorre a vaghi progetti che ricalcano modelli vecchi, non di rado contrapposti, piani e disegni che erano moderni venti venticinque anni fa, non certo oggi, men che meno domani. Questo significa trovare la fantasia arenata!
Allora via dalla squadra di domani quelli che non hanno saputo o voluto contestare niente, non hanno avuto il coraggio di osare, non hanno provato niente, non hanno immaginato niente. Esaurita la quarta ondata della pandemia ci sarà l’urgenza che esige soluzioni innovative, l’urgenza che richiede coraggio e prontezza di rischiare. Non serve un profeta per questo, per tutto questo occorre fiducia e speranza messe insieme nella capacità che solamente i giovani hanno di reinventare la vita. E ai giovani ripeto il detto di Albert Einstein: “Imparate da quello che vi è accaduto ieri, vivete per l’oggi, sperate per il domani”.