L’OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animale), rappresentata nel Vallo di Diano da numerosi volontari e dalla Vice-delegata per Salerno e provincia Enrica Ferricelli, continua la sua battaglia contro il maltrattamento degli animali, soprattutto nei riguardi dei cani. In questi giorni l’Organizzazione sta diffondendo un vademecum con una serie di regole da seguire per detenere un cane.
Il modello con le regole da seguire può essere richiesto dagli amministratori del comprensorio, contattando Enrica Ferricelli tramite Facebook, per poi poterlo pubblicare sui siti istituzionali dei Comuni e sul territorio.
L’OIPA ricorda che tutti i cani padronali vanno microchippati per legge. Il microchip serve per identificare il cane e il proprietario e combattere il randagismo mediante la registrazione obbligatoria di tutti i cani all’anagrafe canina. L’applicazione del microchip presso le strutture delle ASL è gratuita e va effettuata entro 15 giorni dall’inizio del possesso o entro 30 giorni dalla nascita e, comunque, prima della sua cessione a qualsiasi titolo, altrimenti si rischia una sanzione amministrativa pecuniaria che va da 100 a 600 euro.
I cuccioli si possono adottare solo dopo 60 giorni dalla nascita. Separare un cucciolo dalla madre prima di 60 giorni può essere molto pericoloso per la sua salute perché è in questo periodo che avvengono lo svezzamento e la socializzazione, due fasi fondamentali per la corretta crescita del cucciolo. Tagliare orecchie, coda e corde vocali ai cani è un reato punito dalla legge. La Convenzione europea di Strasburgo del 1987 prevede espressamente il divieto di interventi chirurgici destinati a modificarne l’aspetto o finalizzati ad altri scopi non curativi come, per esempio, il taglio della coda, delle orecchie, corde vocali, unghie e denti. In Italia, quindi, gli interventi chirurgici destinati a modificare l’aspetto di un animale d’affezione sono vietati. Le mutilazioni di coda e orecchie configurano il reato di maltrattamento punito dall’art. 544 ter del Codice Penale, che prevede fino a 18 mesi di reclusione o una multa fino a 30mila euro.
Tenere i cani a catena è punibile per legge. Legare alla catena o ad altro strumento similare un cane o altri animali d’affezione è vietato dall’art. 9, comma 3 della Legge Regionale 3/2019 ed è punibile con una sanzione amministrativa pecuniaria da 300 a 2.000 euro.
I cani non possono essere affidati a minori o persone con precedenti penali. In base all’art. 2052 del Codice Civile il proprietario o possessore di un animale è responsabile per i danni cagionati da quest’ultimo, quindi anche se il cane è gestito da altri soggetti del nucleo familiare. In particolare, l’ordinanza del Ministero della Salute del 6 agosto 2013 e successive modificazioni, prorogata periodicamente, vieta la detenzione o il possesso di cani dichiarati a rischio di elevata pericolosità a minori così come anche a coloro che abbiano riportato una condanna per reati contro gli animali.
“Invito le persone a segnalare i casi di maltrattamento – dichiara la Vice-delegata OIPA Enrica Ferricelli – ma soprattutto le Forze dell’Ordine devono intervenire, perchè in molti casi si può salvare in extremis un animale. Anche nel Vallo di Diano ci sono gravi casi di maltrattamento, l’ultimo in ordine di tempo è stato sventato grazie all’intervento dei Carabinieri Forestali e della Procura di Lagonegro che hanno trovato dei pitbull con cicatrici e molto dimagriti, probabilmente usati per i combattimenti. Ci sono persone che torturano gli animali e quindi di questi episodi vanno informate le Forze dell’Ordine e i volontari. Il monito che facciamo soprattutto agli allevatori che cedono i cani per denaro è di informarsi sugli acquirenti: che non li vendano soltanto per un fatto di business a chiunque si presenti per l’acquisto, perchè comprare un animale non significa poterci fare quello che si vuole, tra cui torturarlo“.