Il randagismo è un problema da anni avvertito in diversi comuni del Vallo di Diano. Più volte i cittadini hanno lamentato la presenza di numerosi cani senza padrone vicini alle zone abitate o lungo le strade maggiormente trafficate del comprensorio. I rischi connessi alla problematica sono diversi, tra cui la possibilità di aggressioni ai passanti o eventuali incidenti stradali causati dagli animali liberi di circolare ai margini delle carreggiate.
L’ultima segnalazione giunta alla nostra redazione in ordine di tempo proviene da alcuni residenti di via Diaz a Sassano, ai piedi del centro storico. Da tempo lungo la strada in cui sono presenti numerose abitazioni passeggiano cani randagi, tra cui alcuni di grossa taglia, soprattutto in orario serale e notturno, quando si sentono più indisturbati.
Chi vive in quella zona è anche riuscito a filmare e fotografare i gruppi di randagi in diverse circostanze di tempo. “Abbiamo paura, perchè i cani che troviamo in strada sono davvero tanti – lamentano alcuni tra i residenti – e di sera, quando si rientra a casa dopo un’uscita, non vi è sicurezza perchè i randagi sono tanti e potrebbero essere aggressivi. Speriamo che qualcuno ci dia ascolto e ponga rimedio a questo problema che si sta verificando da tanto tempo“.
Proprio oggi sono emersi numeri importanti dal X rapporto nazionale “Animali in città” elaborato da Legambiente sulla gestione degli animali nei centri urbani. L’indagine si basa sui dati del 2020 e ha coinvolto 656 Amministrazioni comunali e 50 Aziende Sanitarie. Il 47,4% dei Comuni dichiara di avere attivato un ufficio o un servizio dedicato agli animali, ma solo uno su 13 (il 7,8%) raggiunge una performance almeno sufficiente. Il 76% delle Aziende Sanitarie ha almeno un canile sanitario o un Ufficio di Igiene urbana veterinaria. Nel 2020 la spesa pubblica nel settore è stata di quasi 193 milioni di euro (in calo rispetto al 2019), quella pro capite si attesta invece a 2,4 euro per i Comuni e a 0,85 euro per le Aziende Sanitarie. Gran parte dei costi sono assorbiti dalla gestione dei cani presso i canili rifugio, per cui i Comuni spendono il 61,8% del bilancio destinato.