Serietà, ricerca della migliore qualità produttiva e attenzione all’ambiente: si sintetizza così l’impegno della Detta SpA cave – betonaggio – piattaforme di recupero di materiali speciali non pericolosi.
Un’impresa nata negli anni ’50 da Antonio Detta, capo cantoniere ANAS, che affianca al suo lavoro un’attività in proprio di movimento terra e fornitura inerti di fiume. Negli anni ’70 l’azienda si riorganizza nella Detta Antonio & C S.n.c con amministratore unico il figlio Ernesto. Sempre negli anni ’70 arriva la prima autorizzazione di attività estrattiva del territorio con l’autorizzazione della cava ad Arenabianca di Montesano. Nasce anche il primo impianto di frantumazione per la selezione degli inerti da commercializzare nei settori edilizi, opere pubbliche e costruzioni di manufatti in genere. Successivamente ottiene la seconda autorizzazione anche a Sala Consilina e così in questa nuova unità produttiva l’azienda decide di investire nel settore dei calcestruzzi preconfezionati. Vengono realizzati una centrale di betonaggio e un impianto di frantumazione con lavaggio inerti da utilizzare nel confezionamento dei calcestruzzi prodotti con materiali esclusivamente lavati. L’azienda oggi è gestita dalle nuove generazioni e continua ad essere fortemente legata alle sue origini e a guardare al futuro con ottimismo.
Ne abbiamo parlato con l’architetto Antonio Detta, che ha tracciato un bilancio dell’anno appena concluso e dei progetti in cantiere.
- Può tracciare un bilancio dell’anno appena trascorso?
L’inizio del 2021 ci ha visti reduci da un’emergenza sanitaria mondiale che non ha reso facile la situazione da un punto di vista familiare, sociale e lavorativo. Sicuramente siamo ripartiti con un poco di ottimismo: la Detta SpA ha continuato ad operare, anche in emergenza Covid, con alcuni lavori di somma urgenza. Abbiamo garantito gli stipendi anticipando anche la cassa integrazione per gli operai e questo è stato il nostro punto di forza: ad oggi dobbiamo ancora recuperare le spettanze dell’epoca e se avessimo fatto fare domanda a loro sarebbero rimasti senza un centesimo. E’ una cosa che tengo a sottolineare perché per noi è stato fondamentale garantire e soddisfare le esigenze dei nostri dipendenti. Durante il corso lavorativo abbiamo completato le urgenze e pian piano, con le modifiche legate al Superbonus 110%, la macchina edilizia si è ripresa. Un ottimismo debole se si pensa che dietro c’è tanta burocrazia e alla fine non ci sono grandissimi volumi però almeno percepiamo un certo entusiasmo per le imprese. Abbiamo dunque ricominciato a sperare per il settore edile, del calcestruzzo, della cava e della piattaforma dei rifiuti edili. Sostanzialmente la cosa che mi dispiace di questo Superbonus è innanzitutto il rincaro delle materie prime legato alla carenza: con l’emergenza Covid molte aziende non hanno neanche giacenza. Questa situazione ha in parte frenato la volontà di investire nel settore edile perché le materie prime principali come il ferro, il legno e tante altre cose hanno subito rincari. Tutto sommato posso dire che nel 2021, rispetto ad altre annualità che hanno visto il crollo nel settore edile, c’è stato un buon innalzamento della richiesta e il conseguente aumento del volume di affari. Abbiamo spaziato a 360 gradi cercando di offrire quanti più servizi possibili al cliente e abbiamo investito con lungimiranza in alcuni settori.
- Quale investimento la inorgoglisce particolarmente?
Ad esempio abbiamo investito tantissimo nella piattaforma del recupero dei rifiuti da demolizione: crediamo tanto in un percorso di economia circolare, si tratta di ridurre le estrazioni vergini di cava e far sì che una materia prima derivi da un rifiuto che per tanti è uno scarto ma che in realtà ha grande qualità.
- La green economy, dunque, è un aspetto che accompagna il vostro percorso.
Sì, assolutamente, perché il principio fondamentale è recuperare la materia prima e non cestinarla. Ancora oggi penso che c’è tanto bisogno di educare da un punto di vista ambientale perché vedo molte difficoltà. Ne parlo perché è un argomento che mi appassiona tantissimo: a casa mia ho realizzato una piccola piattaforma e ho educato i miei figli a distinguere e differenziare un determinato materiale. E’ importantissimo educare i nostri giovani dato che oggi siamo alla mercè di grandi multinazionali che pur di produrre stanno inquinando i nostri terreni ed i nostri mari. Tutto ciò diventa un ciclo: mangiamo ortaggi, carni, pesci che purtroppo vengono coltivati ed allevati in ambienti poco salubri. Questo purtroppo si registra anche nel Vallo di Diano, terra bella e con una realtà paesaggistica ed ambientale particolare dove abbiamo un tasso di malattie elevato. Dispiace sinceramente! Dispiace anche che gli organi di controllo che avrebbero dovuto vigilare hanno tartassato chi in realtà ha voglia di crescere. Purtroppo, da imprenditore, devo dire che le aziende che vengono controllate e tartassate cono sempre quelle che risultano alla luce del sole, hanno una partita IVA e possono sempre pagare un verbale. Questa cosa è una concorrenza sleale con aziende che scompaiono da un giorno all’altro mentre noi da 50 anni siamo sul territorio e non abbiamo nemmeno un riconoscimento dalle istituzioni per tutti i lavori svolti. Manca quel sostegno che valorizzi le aziende che investono continuamente in tante cose. Ad esempio investiamo nel sociale, nello sport: lo Sporting Sala Consilina è un indotto per far sì che il Vallo di Diano possa gareggiare tra le eccellenze italiane. Anche la nostra scuola calcio è un investimento che punta al sociale: è credere in qualcosa, in quei valori che stanno scomparendo. Cerchiamo di applicare questa filosofia in tutte le nostre attività perché crediamo nel nostro territorio e nella sua valorizzazione. Non vendiamo illusione ma diamo la possibilità ai ragazzi di credere in qualcosa, allontanarli dai social ed educarli. La vita significa credere in qualcosa e portarla avanti con sacrificio.
- Si punta abbastanza sui giovani e sulla valorizzazione del territorio e delle sue peculiarità?
Siamo una goccia nel deserto purtroppo. Non sono tantissime le aziende che credono in questi aspetti. Ci sono aziende che credono solo nel quadruplicare il volume di affari ma le nostre zone sono ricche di tradizioni, di valori, di storia e dispiace vedere che si sta perdendo anche quel rapporto tra singoli territori.
- Quali sono i progetti in cantiere per il 2022?
Continueremo con la politica aziendale e faremo scorrere in modo naturale le nostre attività che sono le industrie estrattive a Montesano sulla Marcellana e a Sala Consilina, le industrie di betonaggio e legate alla produzione di calcestruzzo e due piattaforme di recupero di materiali inerti situate nei siti estrattivi. Questi sono i settori trainanti su cui ha investito in primis mio padre e oggi noi giovani che lavoriamo per avere un’azienda efficiente, al passo con i tempi, con macchine green. Può sembrare facile ma non lo è in un settore come il nostro. Abbiamo ambienti a cielo aperto e siamo riusciti a ricreare piccoli parchi che hanno tanti aspetti: abbiamo realizzato impianti fotovoltaici nei nostri cantieri per fornire efficienza energetica per le singole attività produttive e limitare l’emissione di Co2. Tutto ciò fa parte di un percorso in cui si uniscono le forze per avere aziende al passo con i tempi. Non si tratta di avere solo un riscontro economico ma di riconoscere la green economy come aspetto fondamentale: penso che in tutti i settori debba essere applicato questo principio senza far prevalere l’egoismo della sola produzione. Purtroppo chi non ha in sé i valori base questa cosa non può capirla.