I dischetti di materiale plastico si riversarono in più tratti costieri del Mar Tirreno Centrale, con picchi nei pressi dell’isola di Ischia, sul litorale campano e su quello laziale tra Fiumicino ed Anzio e giunsero persino in Francia. Il lavoro delle strutture centrali e periferiche del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera ha accertato, nelle vicinanze di un impianto di depurazione collocato in prossimità della foce del Sele e sugli argini del fiume, una forte concentrazione di questi filtri. Ebbene, dopo quasi quattro anni dall’evento, il Codacons è stato ammesso parte civile con ordinanza letta in udienza del 1° dicembre scorso dalla dottoressa Casale, Presidente del Secondo Collegio, Seconda Sezione Penale del Tribunale di Salerno nel processo a carico dei responsabili nonché dei direttori tecnici e dei lavori dell’impianto di depurazione di Capaccio gestito dalla società a.s Paistom.
L’avvocato Matteo Marchetti, che si è costituito per il Codacons, dichiara che “i fatti sono stati considerati talmente gravi dal PM che, nel corso dell’udienza preliminare, ha chiesto ed ottenuto la modifica del capo di imputazione da inquinamento ambientale a disastro ambientale ai sensi dell’art. 452 quater c.p.”. La giurisprudenza ha individuato tra gli indici rilevatori dell’interesse ad agire degli enti la cosiddetta vicinitas, ossia il concreto collegamento con un dato territorio e la presenza, nello statuto dell’ente, delle finalità di tutela ambientale. Il danno risarcibile derivante dal pregiudizio arrecato all’attività delle stesse per la valorizzazione e la tutela del territorio, in favore delle associazioni ambientalistiche costituite parti civili nei procedimenti per reati ambientali, può avere natura patrimoniale e morale.
“Questa è un’altra tappa importante raggiunta dal Codacons – continua Marchetti – che, negli ultimi quindici anni, ha contribuito alla crescita della coscienza ambientale in Campania. La costituzione come parte civile a questo processo sugella ancora una volta il grande lavoro svolto dal Codacons Campania nel contrastare i reati ambientali anche attraverso denunce, azioni collettive, partecipazioni a processi ed altro. Purtroppo si constata, infine, la gravissima assenza delle parti civili quali Comune di Capaccio Paestum e dell’Ente Parco che invece si sarebbero dovuti costituire proprio per dimostrare che la politica combatte e persegue i reati ambientali sempre e comunque……peccato hanno perso una grande occasione!”.
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