Lettera aperta di Giuseppe Colucci
E’ un anno circa che si parla di Alta Velocità, se ne parla sui giornali, su internet, sui social network, nel frattempo vi è stato un notevole fervore popolare e politico nel Golfo di Policastro, nel Lagonegrese, mentre nel Vallo di Diano il silenzio assoluto, nella certezza che l’Alta Velocità avrà qui la sua fermata. Ogni tanto qualcuno riferisce di aver avuto notizia che il percorso dell’Alta Velocità è previsto sulla costa, poi altri nel Vallo di Diano, poi altri che la fermata è nel Vallo di Diano, non ultimo un altro amico con notizie più fresche dice che la fermata si farà a Lagonegro e poi l’intervista rilasciata dal consigliere regionale della Basilicata, Francesco Piro, secondo il quale si spera di poter portare a termine al più presto la fermata dell’Alta Velocità a Lagonegro.
Purtroppo non bisogna sottovalutare tali situazioni, che potrebbero rivelarsi catastrofiche per noi, come è avvenuto per il Tribunale, quando la realtà economica e sociale del territorio non è stata per nulla tenuta in considerazione e, mentre in pochi facevamo battaglie, manifestazioni, blocco dell’autostrada, le decisioni importanti erano state già prese, salvo poi scoprire che era stato anche deliberato l’accorpamento dei Tribunali.
La programmazione del territorio non si fa per singole dichiarazioni isolate e per sentito dire dall’amico di turno, ma deve essere concertata con gli attori del territorio. La comunità del Vallo di Diano è degna di avere chiarezza da parte dei propri rappresentanti politici di ogni ordine e grado circa i progetti di sviluppo relativi alle risorse del PNRR e all’Alta Velocità, quantomeno per il rispetto ad una realtà intelligente, laboriosa e rispettosa delle Istituzioni. Eppure il Vallo di Diano è il primo centro economico commerciale di riferimento a Sud della provincia di Salerno, è il crocevia tra la Calabria, la Basilicata, la Puglia ed è stato penalizzato dalla soppressione della ferrovia già nel 1984 e per le chiusure del Tribunale e del Carcere già nel 2012-2013.
Il Vallo di Diano conta oltre 60.0000 abitanti pari al 6% della provincia di Salerno, circa 8.000 imprese pari all’8% della provincia di Salerno, che contribuiscono a sostenere la spesa pubblica con il pagamento delle imposte e tasse e circa 14.000 addetti pari al 7% della provincia di Salerno, che costituiscono un adeguato livello occupazionale, nonostante le difficoltà. Quindi è evidente che vi sono notevoli interessi sociali, economici, come è altrettanto evidente che gli imprenditori del Vallo di Diano hanno delle qualità e capacità tali da rappresentare delle eccellenze che sono invidiate, nonostante l’ubicazione in un’area interna distante dai centri economici del Paese. Se tutto questo non viene valorizzato dalla politica e dai rappresentanti politici appositamente delegati, allora deve essere il cuore pulsante del territorio a farsi sentire ed a rivendicare i propri diritti.
L’Alta Velocità non deve essere intesa fine a se stessa, ma deve essere vista insieme ad interventi infrastrutturali da farsi con i fondi del PNRR, che mettano in rete le realtà economiche, sociali, ambientali e turistiche del territorio, con un progetto di sviluppo tra Vallo di Diano, Alburni, Tanagro, Bussento, Cilento interno e costiero e Parco Nazionale, mediante l’integrazione del collegamento viario, il collegamento con i porti turistici (ve ne sono circa 12 da Agropoli a Maratea), con l’Aeroporto di Salerno e con la costruenda aviopista di Teggiano.
Immagino che non è un’impresa semplice, però non basta più la scusa che non siamo politicamente rappresentati e bisogna prendere atto che nemmeno gli amministratori locali possono fare tanto, se non sono stimolati dagli attori del territorio. Quindi gli imprenditori, le associazioni imprenditoriali, gli ordini professionali, le associazioni datoriali, le categorie dei lavoratori, le banche locali, i centri di interessi economici e sociali, che sono il motore del Vallo di Diano, devono riunirsi in una sorta di “Stati Generali del Vallo di Diano” e proporre un progetto di sviluppo, con l’utilizzo dei fondi del PNRR secondo le esigenze del territorio e proporlo a tutti gli organi politici locali, regionali e nazionali, che devono prendere impegni seri e concreti nei confronti della comunità. Soltanto così potremo creare le basi per un modello di sviluppo basato sull’integrazione delle diverse aree territoriali, utilizzando efficacemente le risorse del PNRR disponibili, valorizzando l’Alta Velocità e, soprattutto, potremo garantire una prospettiva ai giovani, senza i quali non è ipotizzabile un futuro della nostra comunità.
Non abbiamo più tempo, non perdiamo anche questo treno, l’Alta Velocità corre e tutti noi dobbiamo inseguirla.
– Giuseppe Colucci –