Il tessuto adiposo è formato da alcune cellule dette adipociti. Gli ormoni maschili ed il cortisolo tendono a farlo accumulare soprattutto nell’addome e, in generale, nella parte alta del corpo, mentre gli estrogeni, gli ormoni femminili, tendono a distribuirlo soprattutto nei glutei, sulle cosce e negli arti inferiori.
Di solito si distingue tra tessuto adiposo bianco e tessuto adiposo bruno. Il primo serve soprattutto per una funzione meccanica, andando ad occupare interstizi e rivestendo nervi, vasi e muscoli con un’azione protettiva, e come riserva, rappresentando il principale deposito di trigliceridi. Il tessuto adiposo bianco funziona anche come termoisolante, impedendo la dispersione del calore generato dall’organismo.
Il tessuto adiposo bruno, invece, serve soprattutto per produrre calore e per questo è molto presente nei neonati, dove ha la funzione di mantenere la temperatura corporea in equilibrio e tende a diminuire con l’avanzare dell’età. Nelle persone in sovrappeso, spesso, il grasso bianco non riesce più a svolgere la funzione di utilizzo dei grassi come “carburante” per la produzione di calore, con conseguente aumento di peso corporeo e di tessuto adiposo. Quindi può essere utile stimolare la termogenesi per la riduzione del peso.
Per riuscire ad attivare la termogenesi si può ricorrere al Citrus aurantium, l’arancio amaro, che risulta molto efficace contro il grasso addominale grazie alla sua capacità di sciogliere il grasso bruno depositato. Questo agrume si differenzia dalla varietà dolce, il Citrus sinensis, per il colore più scuro delle foglie, il profumo più intenso delle foglie e dei fiori ma, soprattutto, per il particolare gusto amaro della polpa.
Il fitocomplesso presente nella scorza del frutto acerbo e disseccato dell’arancio amaro si è dimostrato capace di far diminuire sensibilmente il grasso in eccesso, soprattutto quello depositato nell’addome, attraverso un aumento della cosiddetta termogenesi, un particolare processo metabolico che stimola l’organismo nella produzione di calore, utilizzando le riserve di tessuto adiposo bruno.
L’estratto della scorza del frutto acerbo contiene una rara composizione di amine simpaticomimetiche, in particolare la sinefrina in grado di aumentare la beta-ossidazione, stimolando così l’ossidazione degli acidi grassi del grasso bruno e la diminuzione del grasso bianco. Ne consegue l’ottimizzazione del rapporto tra massa grassa e massa magra. Tuttavia l’arancio amaro può dare fotosensibilizzazione ed essere controindicato in pazienti diabetici o che soffrono di glaucoma. Una valida alternativa è un integratore, di recente presente in farmacia, basato sull’azione di Garcinia Cambogia e di coleus, molto efficace nel ridurre anche il grasso addominale.
Bibliografia: www.mypersonal trainer.it – www.freefarma.it – www.riza.it