Il 23 novembre 1980 una forte scossa di terremoto colpì un’area che si estendeva dall’Irpinia al Vulture, tra le province di Avellino, Salerno e Potenza. Fu un terremoto che devastò il territorio, causando quasi tremila morti e oltre 200.000 sfollati.
Oggi, come ogni anno in questo giorno, la Regione Campania ricorda le vittime del terremoto dell’Irpinia e tutti coloro che sono rimasti senza una casa e che, per anni, si sono dovuti confrontare con un’emergenza che sembrava infinita.
Nonostante le tecnologie avanzate, al giorno d’oggi ancora non è possibile prevedere quando si verificherà un terremoto. Il dorsale appenninico campano è la sede di alcuni dei più forti terremoti storici accorsi in Italia, inoltre, a ciò si aggiunge anche la sismicità associata all’attività dei vulcani campani. Difatti, lungo questa fascia, il 23% dei Comuni sono considerati ad alta pericolosità sismica. Il 65% risulta invece a rischio moderato, mentre solo il 12% è classificato come bassa pericolosità.
Proprio per questo, durante gli anni, è stato necessario prepararsi ad affrontare una situazione d’emergenza. Si è cercato di migliorare la costruzione delle abitazioni. Se una casa è costruita in modo da resistere al terremoto, quindi adeguata alle norme sismiche, può garantire una protezione maggiore. Purtroppo, le costruzioni che non sono progettate secondo criteri antisismici potrebbero non resistere alle sollecitazioni del sisma e metterebbero a rischio la vita umana.
La Regione Campania per agevolare le procedure necessarie all’ottenimento delle autorizzazioni per i lavori finalizzati all’adeguamento antisismico ha varato “Sismica”, il nuovo portale regionale in materia di difesa del territorio dal rischio sismico.
A ciò, si aggiungono anche gli investimenti strategici del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e degli interventi soggetti a incentivi di Sisma Bonus ed Ecobonus.