“Salviamo la Cappella di San Vito a Camerota“. È l’appello lanciato nel corso di una giornata di studi per la salvaguardia e la tutela dell’antica cappella rupestre di località San Vito a Camerota capoluogo. Ad organizzarla l’associazione Castelli Cilentani in collaborazione con l’assessorato alla Cultura del Comune di Camerota, la Pro Loco Camerota, la Fondazione Meeting del Mare Crea, le Associazioni Bookcrossing e terra&mare con il Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni.
Preceduto da una visita alla cappella rupestre, realizzata scavando nel costone roccioso di natura arenaria, nel vicino convento dei cappuccini si è tenuto un incontro alla presenza di architetti, archeologi e studiosi provenienti da tutta Italia e dell’assessore comunale alla Cultura Teresa Esposito. Il progetto di recupero dell’intera area prevede anche un possibile saggio di scavi all’interno della cappella rupestre per verificarne cronologia ed uso. Sono state discusse le prime misure di protezione e si è costituito un gruppo di lavoro per organizzare le attività di tutela.
“La cappella di San Vito è un enigma ancora irrisolto poiché non si riesce a decifrare la funzione di questo bene – aggiunge nella sua relazione l’architetto Remigio Cammarano – Alcune persone ne hanno attribuito una funzione di scolatoio del Convento, ma non è esatto. La cappella sembra avulsa da qualsiasi contesto. Analizzando il sito si nota un sistema insediativo a tutti gli effetti. Non è tufo bensì un’arenaria sabbiosa, una degradazione. dell’originaria roccia calcarea”.
“Occorre fare un intervento mirato e di somma urgenza. Togliere quel minimo di invasività, come la vegetazione ed erbacce, ed approfondire gli studi dal punto di vista geo-archeologico. Quindi avere una visione d’insieme del percorso storico e poi proseguire negli studi del sito dal punto di vista storico”, dichiara il geologo Amodio Agresta.
La cappella, come afferma Marina Falla Castelfranco, professore ordinario di Storia dell’arte Medievale e Bizantina all’università degli Studi del Salento, “è un luogo di culto da datarsi probabilmente entro il VI secolo d.C.. Presenta un impianto quadrangolare su cui si aprono due nicchie semicircolari sui lati. Nel vano rettangolare un’interessante decorazione è polarizzata sulla immagine di una croce inclusa entro un clipeo, di chiara impronta paleocristiana”. A breve verranno, dunque, definite le prime misure per evitare il progressivo degrado della cappella. “È un progetto integrato – chiosa Cammarano – All’interno della cappella ci sono disegni e graffiti e potrebbe esserci anche qualche segno di pitturazione, ma la patina di muschi e licheni ci impedisce di vedere in fondo”.