La bocciatura in Senato del Ddl Zan contro l’omotransfobia ha scatenato nelle ultime settimane una serie di proteste e di stati di indignazione che hanno coinvolto tutto il Paese. Soltanto nella giornata di ieri Arcigay è scesa in piazza a Salerno, portando con sè un lungo corteo di partecipanti, per manifestare il proprio dissenso all’affossamento del disegno di legge dell’onorevole Alessandro Zan e stigmatizzare soprattutto gli applausi e le manifestazioni di giubilo tenute da alcuni senatori dopo il “No” al tentativo di tutelare una serie di diritti civili ancora oggi troppo spesso rinnegati e calpestati anche con il becero strumento della violenza.
Ne abbiamo parlato con Dorian Gonnella, giovane valdianese che tempo fa ha deciso di dare voce alla comunità Lgbt del territorio fondando le pagine social Fb e Instagram “LGBT+ Vallo di Diano”. Un modo per dare voce e sostegno contro le discriminazioni alla comunità di lesbiche, gay, bisessuali e transgender del Vallo di Diano.
- Cosa pensi della bocciatura del Ddl Zan e cosa hai provato nel vedere gli applausi al Senato?
Me lo aspettavo visto come stavano andando le cose negli ultimi tempi e il rivoltante voltafaccia di Italia Viva, eppure la rabbia non è stata meno intensa. Mi sono interrogato poi sulle ragioni che potessero spingere qualcuno ad esultare dinanzi ad una tale sconfitta per i diritti umani e credo sia scaturita da molteplici fattori. Innanzitutto il prolungamento della vita, certamente comunque ancora breve, di un’Italia bigotta, patriarcale e medioevale, in cui non sono costretti a fare i conti con cose da cui sono ancora terrorizzati e non abituati sia fuori che dentro di sé. Il mantenimento del privilegio, l’aver ottenuto una vittoria in Senato nonostante la minoranza numerica dei rappresentati di destra, che dimostra quanto questo schieramento politico sia senza scrupoli e scaltro nel manipolare e contemporaneamente quanto semplici da abbindolare siano gli altri: più inclini a credere a sciocchi slogan e a discorsi allarmistici colmi di vuota retorica che fanno leva sul lato emotivo e irrazionale riuscendo a scatenare paure indefinite, ergo ancor più terrificanti, verso pericoli di fatto inesistenti, piuttosto che a fare qualche ricerca per capire come stiano realmente le cose. Per non parlare del fatto che questa legge sia stata utilizzata come un vero e proprio strumento. Sia dai partiti politici più deboli, che hanno tentato di acquisire maggior rilevanza stringendo alleanze con quelli che purtroppo grazie all’efficacia di una propaganda ben studiata stanno pericolosamente prendendo piede e acquisendo consensi sfruttando la legge per creare una forte identità politica e ottenere il favore della fetta di cittadini più anziana, religiosa, ignorante e conservatrice, quindi più impressionabile e reazionaria, nonché degli indecisi. In più fa comodo che il loro capro espiatorio non venga a mancare perché altrimenti la gente frustrata e ignorante che li sostiene potrebbe effettivamente aprire gli occhi e rendersi conto che la fonte dei loro problemi non siamo noi nella comunità LGBT+, bensì gli stessi politici per cui votano. Per loro non siamo cittadini da tutelare e di cui esser la voce, ma sciocchi da ingannare, mezzi per raggiungere le proprie mire personali, mera valuta elettorale e con quell’esultanza hanno sputato in faccia non solo a chi ogni giorno ha paura di uscire di casa e condurre una vita normale temendo insulti e aggressioni, ma anche ad oltre il 70% dell’Italia che è favorevole all’approvazione della legge Zan e non si è sentita rappresentata da quanto accaduto e da chi aveva eletto.
- Da tempo ti batti contro l’omotransfobia, anche attraverso un gruppo social più volte pubblicizzato. Credi che la comunità Lgbt oggi sia ancora meno tutelata dopo il fallimento del disegno di legge?
Ovvio che sì. Chi già discriminava e aggrediva in questo momento si sente ancor più legittimato a farlo perché la legge italiana non solo gli copre le spalle, ma addirittura gli applaude. Se veniamo aggrediti, il massimo in cui possiamo sperare è che venga aggiunta l’aggravante di aggressione per futili motivi, cosa che purtroppo non sempre avviene. Ma non siamo solo noi della comunità ad essere in pericolo, anche le donne e le persone disabili, nonché chiunque al di fuori di essa non aderisca ai canoni imposti dal binarismo di genere. Sei un uomo, etero e cisgender e non aderisci ai canoni estetici, codice di abbigliamento e comportamentale o non pratichi mestieri e passioni proprie del ruolo maschile? Verrai discriminato. E niente e nessuno ti tutelerà. In poche parole, per citare, parafrasando, qualcuno: “I bambini continueranno a scambiarsi i vestiti”, l’unica differenza è che nessuno li tutelerà. È convenuto? Quando cerchi di impedire la libera e innocua espressione umana al di fuori di stupidi costrutti inutilmente restrittivi, le strade possibili sono solo due: semplicemente, non ci riesci oppure la persona, ammesso che sopravviva al dolore, diventa esattamente come le 154 persone che hanno deciso di renderci infelici e frustrati come loro.
- Cosa pensi sia necessario fare adesso? Cosa deve fare la comunità Lgbt?
Reagire e farlo con tutta la forza e l’impegno. Quello che è accaduto non deve scoraggiarci o gettarci nella rassegnazione, convinti che “tanto mai nulla cambierà”, al contrario deve fungere da motore. Deve essere una spinta a fare di più. Protestare, manifestare, sensibilizzare, non tacere di fronte a ingiustizie e violenze, non nasconderci né vergognarci di chi siamo, non esimerci dall’esprimere il nostro voto alle elezioni e farlo con piena cognizione di causa. Dobbiamo sentirci rappresentati da coloro a cui consentiamo di raggiungere le posizioni di potere, perché non credo sia normale che una fetta così ampia di italiani fosse favorevole alla legge, ma una volta in Parlamento questa è stata affossata facendoci sentire impotenti.
- Cosa diresti se avessi di fronte un parlamentare che ha votato contro il Ddl?
Che presto noi giovani li scalzeremo da posti che non meritano di occupare, così da porre rimedio allo schifo che si sono lasciati alle spalle; già ora abbiamo un gran potere di cui non sempre ci avvediamo, ma stiamo cominciando a prenderne consapevolezza, un potere sempre più semplice da sfruttare grazie alla diffusione dei social. Con la nostra azione riusciremo a fare ciò che è giusto e ne usciranno talmente umiliati che dubito riusciranno a riacquisire credibilità con i loro sciocchi slogan, anche perché non siamo più così facili da raggirare. Grazie a Internet poi, che ci sta rendendo sempre più informati, buona parte dell’Italia ormai sa già che gli sbagliati non siamo noi della comunità LGBT+, ma loro; e anche i bambini che vogliono “proteggere”, fondamentalmente da tutto ciò che è in grado di renderli liberi e felici, impareranno tutto questo comunque, al di fuori delle scuole. Insomma, che si godano il loro orribile mondo fatto di ottusità e discriminazione fino a che durerà, perché non sarà ancora per lungo tempo e non scamperanno alle conseguenze di ciò che hanno fatto. Già il fatto che sia stato approvato recentemente un decreto che vieta pubblicità omotransfobiche e sessiste dimostra che non hanno davvero vinto: il mondo va avanti comunque, che gli piaccia o no.