Quante problematiche ci ritroviamo a dover affrontare in amore nel corso della vita e non sapere poi come risolverle?
Insicurezze, paure, passioni ci accompagnano dall’adolescenza e ci travolgono in età adulta. A volte sentiamo il bisogno di parlarne con qualcuno che non sia un parente o un amico e allora vi abbiamo chiesto di rivolgere le vostre domande alla dottoressa Nada Loffredi, psicoterapeuta, sessuologa e terapeuta E.M.D.R., esperta nel programma televisivo attualmente in onda su Real Time “Matrimonio a Prima Vista” che si è gentilmente messa a disposizione dando un consiglio ai dubbi più disparati.
- Dottoressa, ho 36 anni e sono sposato da 5 anni. Con mia moglie abbiamo avuto sempre un bellissimo rapporto e una buona intesa intima ma da quando è diventata mamma le cose sono cambiate. Capisco lo stravolgimento dovuto alla nascita di un bambino, ho cercato di essere sempre comprensivo ma adesso inizio ad essere un poco preoccupato perchè nostro figlio ha 8 mesi e non riesco più a vedere mia moglie complice come una volta e mi fa soffrire. Non ne ho parlato con lei perchè la vedo sempre presa dal bambino ma mi sento messo da parte, cosa mi consiglia? E’ un periodo passeggero?
Gentile lettore, l’arrivo di un figlio presuppone la consapevolezza che certi equilibri precedenti non possono più funzionare e avere la prontezza e la creatività di crearne nuovi. Mi sembra che entrambi stiate soffrendo per la mancanza di coinvolgimento: lei lamenta una mancanza di coinvolgimento intimo e sessuale, sua moglie, pur non dicendolo apertamente, lamenta una mancanza di coinvolgimento nel ruolo paterno. E’ probabile che se sua moglie sentisse che l’arrivo del bambino rappresenta una “preoccupazione” condivisa, anche nelle piccole cose, potrebbe trovare uno spazio mentale e anche concreto per potersi dedicare anche a se stessa e a voi. Detto questo è anche vero che i primi mesi di vita di un bambino sono i più impegnativi e delicati, motivo per cui vale la pena rinunciare a qualcosa di voi come coppia per favorire il suo sviluppo sano. Cordialmente
- Amore a distanza: è possibile amarsi e costruire un rapporto a distanza? Come si può mantenere vivo e costante il rapporto?
Non è facile dare una risposta esaustiva a questo tema, sempre più spesso ricorrente. Tutto dipende dalla motivazione di fondo relativa alla “scelta” di iniziare un rapporto a distanza. Ci sono persone che inconsapevolmente scelgono di avere rapporti a distanza perché questo consente loro di tenere a bada eventuali conflitti interni rispetto al legame profondo e all’intimità psichica ma anche sessuale. In questo caso il rapporto è quasi destinato a deteriorarsi nella fase di passaggio successivo a quella dell’innamoramento, laddove l’impegno dell’uno verso l’altro tende a sopraffare la passione iniziale. Ci sono, poi, persone che si rendono conto di tutto ciò proprio vivendo le contraddizioni quotidiane e riescono a cambiare stile di attaccamento, consapevoli del fatto che portare avanti questo genere di rapporto comporterà un necessario cambiamento dello stile di vita. Cordialmente
- Durante il lockdown ho conosciuto un ragazzo su un’App di incontri. E’ nato tutto per gioco ma poi abbiamo iniziato a sentirci ogni giorno e la sua presenza, anche se virtuale, ha riempito le mie giornate vuote. Ora che ho ripreso la mia vita quotidiana di sempre, anche lavorativamente, non sento più tanto il bisogno di sentirlo ogni giorno ma lui vorrebbe che ci conoscessimo di persona. Io ho un po’ paura di rimanere delusa ma da un lato sarei curiosa, cosa mi consiglia? Ho 31 anni e lui 36 e siamo entrambi single.
Gentile lettrice, questa titubanza a rendere “reale” una relazione finora virtuale potrebbe essere la spia di una certa riluttanza a stabilire una relazione vera e propria. La paura di “rimanere delusa” presuppone l’idea che ci sia un’illusione di fondo che è preferibile non intaccare: forse perché c’è un pregiudizio rispetto alla modalità dell’incontro? O forse perché una vera relazione comporta un impegno reciproco e non è solo un riempitivo? Cordialmente
- Cara dottoressa, sono una ragazza che frequenta l’ultimo anno delle scuole superiori. Sono fidanzata dal primo anno delle superiori con un ragazzo e siamo andati sempre molto d’accordo. Ultimamente stiamo però litigando spesso, lo vedo distante e non coinvolto più come all’inizio. Le mie amiche mi dicono che dopo tanti anni è giusto che ognuno faccia altre esperienze perchè ci stiamo allontanando l’uno dall’altro ma io ci tengo troppo a lui. Cosa posso fare?
Gentile lettrice, questo rapporto è nato in una fase di passaggio fondamentale della vita, ovvero l’adolescenza. Non è facile che i due partner di una coppia riescano a viaggiare allineati e a superare insieme certi delicati passaggi verso la vita adulta. Forse il vostro rapporto ha smesso di avere per entrambi una funzione evolutiva, motivo per cui siete spesso in conflitto. Non è, dunque, una questione di durata del rapporto. Capisco il dispiacere nel dover ammettere che, forse, è finita ma cercate di analizzarvi in tal senso e chissà che non troviate una soluzione all’alternativa di separarvi. Cordialmente
- Dottoressa, ho 14 anni e sono innamorata di un ragazzo di 16 anni. In più di un’occasione siamo arrivati ad avere quasi un rapporto sessuale ma poi ci siamo fermati perchè io mi sono bloccata, ho paura di essere troppo piccola ma nello stesso tempo non voglio perderlo. Che devo fare?
Cara giovanissima lettrice, la sua domanda finale contiene il verbo “dovere” che è il nemico numero uno della relazione. Non c’è un’età precisa per avere il primo rapporto sessuale perché ogni persona ha i suoi tempi di sviluppo psicologico e sessuale. Accade spesso, soprattutto alle giovani ragazze, di arrivare “impreparate” psicologicamente al primo rapporto perché sentono la pressione del partner o l’esigenza di sentirsi eventualmente uguali o più grandi delle altre. Nel suo caso mi sembra che il suo corpo dia un segnale preciso “bloccandosi” proprio perché sente il forte contrasto fra il dovere e il piacere… Cordialmente.