Crollo di costruzioni. E’ questa l’accusa formulata dal pubblico ministero di Potenza che ha chiesto il rinvio a giudizio di nove persone, ritenute responsabili di un crollo in città avvenuto a luglio del 2018 nei pressi di un cantiere situato in prossimità di via dell’Unicef e via Maratea.
All’epoca dei fatti venne messa a rischio la stabilità di una palazzina dove vivevano una ventina di famiglie, che vennero immediatamente fatte evacuare per procedere alla messa in sicurezza dell’area. In questi anni si sono susseguiti le indagini dei Carabinieri e i rilievi sul posto. Tanto che il pubblico ministero Chiara Guerriero ha chiesto di processare nove persone accusate a vario titolo di quanto accaduto.
Gli imputati sono il rappresentante del cantiere, di Filiano, il direttore dei lavori e progettista, di Potenza, l’appaltatore dei lavori, di San Fele, i responsabili delle ditte subappaltatrici dei lavori, di Potenza e Gravina in Puglia, il responsabile dell’impresa di movimento terra, di Tito, un altro progettista dei lavori, un tecnico del Comune di Potenza e un capo squadra dei Vigili del Fuoco di Potenza. Per l’accusa mossa nei loro confronti, rischiano fino a cinque anni di reclusione.
Oltre tre anni fa il crollo di una costruzione causò il cedimento di un muro già esistente, in cemento armato, e di una nuova struttura di paratia in fase di realizzazione. Tra le accuse mosse dal pm, errori nella progettazione dell’opera e altri errori nell’esecuzione dei lavori. Per altri imputati l’accusa è di aver omesso, dopo un sopralluogo, tutte le procedure di messa in sicurezza, oltre a contestazioni che riguardano la violazione di diverse norme del Testo Unico in materia di edilizia.
Fu tanta la paura in quei giorni a Potenza per il crollo che riguardò un accumulo di terreno realizzato nel cantiere. Si attende la decisione del Tribunale che deciderà se processare i nove imputati.