Ricollocata oggi pomeriggio, nel corso di una solenne cerimonia, la stele commemorativa dell’attività di prodigalità e mecenatismo del cav. Cono Sanseverino, deceduto nel 1934 a Rio de Janeiro. La stele, non si sa per quale motivo, era andata in frantumi negli anni scorsi.
La giunta comunale di Teggiano, recependo una richiesta presentata nel 2019 dal dott. Antonio Marrone e dal sig. Francesco Sanseverino di procedere alla ricollocazione della stele commemorativa, ha consentito che venisse rimessa al suo posto originario.
Nato a Teggiano nel XIX secolo e morto a Rio de Janeiro il 3 Dicembre 1934, il cav. Sanseverino aveva permesso negli Anni ’20 del secolo scorso di attrezzare l’allora ospedale civico presente nel complesso monumentale della SS.Pietà di una sala operatoria all’avanguardia per quei tempi. Dopo un attento lavoro di restauro, la stele posta sulla facciata laterale della strutturale monumentale, oggi pomeriggio è ritornata al suo posto.
La morte del cav. Saseverino, all’epoca dei fatti, suscitò molto scalpore a Teggiano. Ad annunciare il suo decesso fu un manifesto del Partito Fascista di Teggiano che, a firma del segretario del Fascio G.Lancuba, riportava “Con animo addolorato vi partecipo la morte del cav. Cono Sanseverino. Cittadino esemplare dall’anima semplice e modesta, tenne sempre accesa la fiamma della carità e seppe compiere largamente il bene”. Gli stessi funerali celebrati a Teggiano del cav. Sanseverino ebbero molta eco anche sulla stampa di allora.
Alla cerimonia di oggi pomeriggio hanno preso parte, tra gli altri, il parroco don Salvatore Sanseverino che ha benedetto la stele, il Comandante la stazione dei Carabinieri di Teggiano Francesco Pennisi, Conantonio D’Elia in rappresentanza dell’amministrazione comunale di Teggiano e il capogruppo dell’opposizione consiliare Rocco Cimino. Testimonianze sull’opera meritoria svolta dal cav. “Conuccio” Sanseverino a favore della comunità teggianese sono state rilasciate, oltre che dall’avv. Conantonio D’Elia, anche dai medici Francesca Sanseverino e Michele D’Alto, discendenti diretti del benefattore di Teggiano.