“Ancora una volta siamo noi a pagare ma non siamo disposti a farlo con la nostra salute! Dopo gli appelli di indagine, le richieste di rimozione e le denunce, le balle di fieno sono ancora nei terreni immediatamente prossimi agli sversamenti portati alla luce dell’operazione Shamar. Se, come da risposta del Comune di Atena Lucana ‘la Legge non ammette scorciatoie’ e la rimozione delle balle è prematura, noi non ammettiamo che la risposta delle Istituzioni e la lotta all’avvelenamento delle nostre terre e dei nostri corpi segua dei tempi che siano altro che emergenziali. Tant’è che le motivazioni sostenute dal Comune non sono state avvalorate da nessuna documentazione”.
Queste le parole dei membri del Comitato Resta che non avendo visto, nei giorni scorsi, provvedimenti formali da parte del Comune di Atena hanno deciso di acquistare buona parte del fieno prodotto “affinché non venisse inserito nella catena alimentare“.
“Non permetteremo l’immissione di veleni nella nostra catena alimentare, a tutela di tutti i lavoratori agricoli che non hanno visto alcun indennizzo, e con la richiesta che il Comune si occupi finalmente dello smaltimento delle balle di fieno – concludono – Perché crediamo che la risposta a questo sistema predatorio e distruttivo parta dal riappropriarci collettivamente della nostra terra e interessarci finalmente alla prospettiva che vogliamo per il nostro territorio”.