Una raccolta di pensieri dal titolo “Gennaro Citera, appunti di un seminarista” è stata presentata ieri a Sanza nella Chiesa della SS. Assunta. Si tratta della narrazione di un cammino graduale fatto di abbandono fiducioso in Dio e di confidenza verso la Madre di Dio, un percorso che inizia negli anni 70, periodo in cui Padre Gennaro era seminarista e studente.
La storia di Gennaro Citera comincia col sacrificio dei lavori nei campi, assieme alla sua famiglia. Conquistata la licenza elementare concluse i suoi studi, fino a quando non ebbe la chiamata celeste, certamente stimolato dalla grande fede della madre Antonietta e dal sacrificio dei genitori. All’età di 20 anni entrò in seminario, dove affrontò le non poche difficoltà di riprendere gli studi in età adulta al fianco di ragazzi molto più giovani di lui.
“È una falsa riga di un diario personale in cui racconta le sue difficoltà nel diventare sacerdote – dichiara la curatrice del testo Giulia Scuro – Infatti, si evince dagli appunti che Padre Gennaro aveva chiesto a Padre Pio se fosse cosa buona seguire quella vocazione; si affida alla Madonna della Neve, venerata a Sanza, per avere delle risposte e confida pienamente in Cristo per affrontare la complessità degli studi e dei doveri di un seminarista. Dagli scritti trapela profondo zelo e santità già dai tempi del seminario. Nel 1978 diventa sacerdote dell’Ordine degli Oblati di San Giuseppe, investito da Umberto Luciano Altomare, vescovo di Teggiano. Per 17 anni si è preso cura della comunità di Barletta, dove lo ricordiamo con grande stima e piacere. Questi scritti personali di Padre Gennaro ci hanno permesso di scoprire la parte intima del sacerdote che invece ha mostrato il lato più coriaceo”.
Gli appunti intimi che compongono la raccolta sono stati rinvenuti dal fratello Franco, il quale, alla morte di Padre Gennaro il 28 ottobre 2017, riunì i suoi effetti personali. Questo diario è rimasto nell’oblio per un paio di anni, fino a quando Franco, preso dalla nostalgia, decise di leggerlo. Fu per lui una scoperta riscontrare l’umanità del fratello che era di solito severo nei suoi confronti; viene fuori una persona aperta e attenta alle vicende di quel tempo: prega perché cessi il conflitto in Vietnam e per quanti si sono macchiati di efferati delitti. Rivolge inoltre dolci riflessioni alla madre e alla famiglia tutta.
“Padre Gennaro – conclude don Giuseppe Spinelli – ci ha lasciato appunti preziosi del suo essere chierico. Le vocazioni adulte, come la sua, sono più rigorose e tenaci sia per sé stessi che nei confronti degli altri. Ricordo bene la sua durezza pregna però di benevolenza verso il prossimo”.
Le spoglie di Padre Gennaro sono conservate nella cripta del Capitolo Cattedrale del Cimitero di Barletta, città in cui ha esercitato per 17 anni.