“L’arresto di Jorge Nestor Troccoli a Battipaglia, ex membro dell’intelligence uruguayana, è un fatto importante ma che purtroppo non ha avuto il risalto adeguato e che avrebbe meritato”. E’ quanto sottolineato dall’associazione “Memoria in Movimento” di Salerno.
L’arresto è stato eseguito perché lo scorso 9 luglio la Cassazione ha confermato la condanna all’ergastolo per lui e altri 12 coimputati militari uruguayani, di 3 peruviani e di 7 cileni.
L’avvocato Arturo Salerni ha dichiarato: “E’ una pronuncia importante che chiude un percorso di verità e giustizia avviato molti anni fa. La giustizia italiana ha scritto una pagina importante nella battaglia per la condanna dei crimini contro l’umanità e per la tutela dei diritti umani. Si è compiuto un percorso di approfondimento di ciò che è avvenuto in America Latina in quegli anni. I familiari delle vittime attendevano giustizia e il fatto che sia arrivata dal nostro Paese è un passaggio importante che ha una valenza storica” .
“Non è un caso che Troccoli fosse nel Salernitano da tanto tempo – continua l’associazione – Evidentemente certe ‘reti’ di solidarietà funzionano ancora. Quello che si sottovaluta è cosa era e cosa ha significato ‘l’operazione Condor’. In sostanza era un sodalizio di milizie, composte per lo più da militari e servizi segreti foraggiati da una sorta di ‘coordinamento’ delle dittature fasciste del sud America (alla faccia di chi si ostina a dire che il fascismo non esiste più e che bisogna dimenticare il passato e altre amenità del genere e che abbiamo sentito dire e sorbirci ancora una volta di nuovo pochi giorni fa), che tra loro si ‘supportavano’ per eliminare gli oppositori politici (tra cui alcuni cittadini italiani che vivevano lì) e che avevano il supporto pieno dell’Amministrazione americana e dalla Cia in modo particolare. Operarono soprattutto in Cile, Argentina, Bolivia, Brasile, Perù, Paraguay e Uruguay. Diversi fascisti italiani implicati nella lunga stagione della ‘Strategia della tensione‘ (Piazza Fontana 12 dicembre, Piazza della Loggia, Italicus e tantissimi altri ancora) che fuggirono in sud America ebbero anche da quel circuito e da quelle dittature appoggi e sostegni”.
“Tutto ciò dimostra che il nostro territorio ancora oggi è un luogo ‘privilegiato’. L’attenzione e la tensione antifascista non può essere attenuata – conclude – Il mondo dell’associazionismo democratico e le forze politiche antifasciste devono riprendere e ricostruire una attenta ‘vigilanza democratica’ partendo anche dal fatto che ‘certe passeggiate’ con i loro rituali noti che ogni anno a luglio assistiamo nella nostra città non possono essere più tollerati”.
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