La Suprema Corte di Cassazione ha ritenuto inammissibile il ricorso presentato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lagonegro riguardo la condanna di Karola Lapenta, 18enne reo confesso dell’omicidio di Antonio Alexander Pascuzzo, anch’egli 18enne, avvenuto a Buonabitacolo nel 2018.
La Procura aveva presentato ricorso in Appello contro la condanna a 18 anni di reclusione (più 5 anni di libertà vigilata) emessa contro Lapenta dal Giudice. Alla base del ricorso, infatti, il mancato riconoscimento delle aggravanti della premeditazione e dei motivi futili e abietti. Infatti, in seguito alle motivazioni per la sentenza di primo grado, avvenuta con rito abbreviato, era emerso che “non ci fu crudeltà né premeditazione”. La Corte d’Appello di Potenza ha poi girato direttamente alla Cassazione il ricorso.
Il Pubblico Ministero e la parte civile, rappresentata dall’avvocato Maria Pia Spinelli, avevano infatti chiesto la pena dell’ergastolo in quanto il giovane macellaio avrebbe commesso l’efferato delitto in maniera cosciente. Tesi mai condivisa dalla difesa del giovane, rappresentata dall’avvocato Michele Di Iesu, che aveva sottolineato, invece, la seminfermità mentale.
Il 6 aprile 2018, si ricorda, il giovane Pascuzzo venne accoltellato da Lapenta nei pressi del fiume Peglio a Buonabitacolo dopo un appuntamento per una compravendita di droga. Il giovane apprendista macellaio confessò il delitto poche ore dopo il ritrovamento del cadavere.
Lapenta, che si trova già in carcere, sconterà quindi 18 anni di reclusione.