Ieri, davanti alla Seconda Sezione Penale del Tribunale di Salerno (presidente Lucia Casale) è stato incardinato il processo per il maxi inquinamento generato dai 130 milioni di pezzi fuoriusciti dal depuratore di Capaccio Paestum.
I filtri di plastica, nel 2018, raggiunsero la costa laziale fino ad arrivare in Francia. Sono state presentate, come riporta “La Città di Salerno”, le liste dei testimoni di accusa, difesa e parte civile (Legambiente, WWF, il Codacons e i Comuni di Formia e Latina). Sette le persone finite dinanzi ai giudici: sono chiamate a rispondere di disastro ambientale ed inquinamento doloso in concorso.
Il lavoro delle strutture centrali e periferiche del Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera accertò nelle vicinanze di un impianto di depurazione collocato in prossimità della foce del Sele e sugli argini del fiume una forte concentrazione di questi filtri.
I dischetti, a distanza di anni, compaiono ancora su alcune spiagge.