“Il Consiglio comunale vive un momento triste e voi cittadini lo dovete sapere! È triste perché, purtroppo, qualcuno non può dare risposta alla più importante domanda che un cittadino deve dare a se stesso e agli altri, soprattutto se lo stesso è chiamato democraticamente a rappresentare nelle istituzioni i suoi cittadini. La domanda è semplice: ‘Quanto vale la mia parola?’”
Così Angelo Pastore, consigliere comunale di Roscigno, in una lettera indirizzata ai cittadini in cui rende noto l’allontanamento dalla maggioranza: “Prendo le distanze e valuterò di volta in volta gli argomenti portati in Consiglio comunale, in modo autonomo senza più seguire la volontà della maggioranza”.
“In Consiglio comunale, il momento più sacro della vita dell’Amministrazione, è stato letto ed approvato un documento – si legge nel manifesto -. Con delibera n.27 dell’1 luglio 2017, è stata decisa la turnazione dei membri della Giunta. L’attuale Giunta doveva durare 30 mesi dall’inserimento, cioè fino all’1 luglio 2020. Io, secondo quanto approvato in Consiglio, dovevo subentrare in Giunta. Formalmente, il sindaco ha il potere assoluto di nominare la nuova Giunta. Sino ad oggi così non è stato e il sottoscritto, non solo a tutela della dignità propria ma anche e soprattutto a tutela della dignità del Consiglio comunale intero, dopo innumerevoli richieste informali di rispetto del deliberato, è stato costretto a porre formale interrogazione con documento protocollato”.
Nel documento Pastore chiede “quali siano le motivazioni di carattere politico per cui il sindaco ad oggi ancora non ha provveduto a revocare la Giunta municipale e a nominare la nuova secondo i dettami della delibera” e se “il sindaco ritenga ancora valido detto documento e, in caso negativo, ne voglia esprimere le motivazioni, siano esse politiche, amministrative o personali”.
“La risposta – afferma Pastore -, giunta dopo oltre un mese, mi porta a conoscenza che unilateralmente il sindaco ha inteso ritenere ‘superato’ e non ‘rispettato’ il documento politico, il quale non andava neanche approvato in Consiglio comunale. Io rispetto la mia parola, ne ho un senso sacro. Ho un senso sacro della partecipazione al Consiglio e ritengo che ciò che viene detto, letto e approvato in quella sede non possa essere cancellato da una sola volontà, ma esclusivamente dalla volontà derivata dal meccanismo democratico: andare in Consiglio comunale e revocare il documento con l’approvazione di tutti. Così avrebbe avuto senso”.
“La nota che mi è stata recapitata – conclude Angelo Pastore – non contiene motivazioni, ma solo inani parole e giustificazioni personali, che pertanto mi obbligano a non ritenere esaustiva la risposta all’interrogazione e a rimettere al mittente le sue mere considerazioni, stabili come posizione di chi si arrampica sugli specchi”.
– Paola Federico –