Oggi la Polizia di Stato celebra i 40 anni della legge 121 del 1981 che ha ridisegnato l’intero assetto dell’Amministrazione della pubblica sicurezza, introducendo aspetti innovativi come la “smilitarizzazione” del Corpo delle guardie di pubblica sicurezza, l’apertura al mondo sindacale, la parità di genere.
In occasione della ricorrenza il Dipartimento della Polizia di Stato ha curato la pubblicazione di un libro dal titolo “La riforma dell’Amministrazione della pubblica sicurezza”.
Si tratta di una pubblicazione importante, destinata a restare nel tempo, scritta dal compianto Prefetto Carlo Mosca, con il contributo di autorevoli personalità le quali, in ciascuno dei 12 capitoli, illustrano i temi del libro che sono quelli già presentati con il calendario 2021 della Polizia di Stato.
Trasformazione e innovazione. Questi i punti salienti dell’importante ricorrenza: i 40 anni dalla Legge 121 del 1981, che determinò la trasformazione del Corpo delle guardie di pubblica sicurezza nella Polizia di Stato. Nasceva allora una polizia moderna, “smilitarizzata” e caratterizzata da una forte identità civile, votata al servizio della comunità. Una legge divenuta nel tempo un caposaldo fondamentale della nostra società e ancora oggi straordinariamente attuale: la 121 ha infatti affidato all’Istituzione una missione non solamente volta a presidio della sicurezza del Paese, “bensì proiettata verso la cura dell’ordine democratico e che concorre a rendere vera la libertà di esercizio dei diritti garantiti dalla Costituzione“. Questo il commento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella prefazione del libro a cura di Carlo Mosca, tra i principali ideatori della riforma in collaborazione con l’Ufficio relazioni esterne e cerimoniale. Un volto nuovo che ha ridisegnato l’intero assetto dell’Amministrazione, rendendola più moderna e dinamica, proiettata verso il futuro e capace di affrontarne nuove sfide con efficaci strategie, non solo sul piano interno ma anche a livello internazionale: dal cambio dello “status militare” all’apertura al mondo sindacale, dall’avvento degli ispettori con mansioni investigative al coordinamento tecnico-operativo delle forze di polizia, dalla creazione dei ruoli tecnici e sanitari alla parità di genere, che garantì alle donne le stesse modalità di accesso e le medesime opportunità di carriera dei colleghi uomini, e molto altro ancora.
– Chiara Di Miele –