Alessandro Servida è un pasticciere che ha saputo coniugare tradizione ed innovazione e con grande passione e dedizione porta avanti l’arte della pasticceria tramandatagli dal padre con la pasticceria “Alex”, chiamata così in suo onore, a Pantigliate, in provincia di Milano.
Diverse le sue partecipazioni a vari programmi tv: nel 2014 è entrato a far parte del cast di “Detto Fatto” in onda su Rai 2, nel 2017 è stato il conduttore del programma “Pastry Garage” su LA5 ed è stato giudice nella seconda edizione di “Best Bakery”, in onda su Sky Uno. Attualmente ha iniziato una nuova avventura su TV8, al programma condotto da Adriana Volpe e Alessio Viola “Ogni Mattina”. E’ stato allievo del più grande Maestro Pasticciere italiano nel mondo, Iginio Massari, e dal 2013 è membro dell’AMPI, l’Accademia Maestri Pasticceri Italiani. Oltre alla pasticceria “Alex”, è titolare della “Alessandro Servida Pasticceria” a Milano.
Nell’intervista che gentilmente ci ha concesso, Alessandro Servida racconta di come ha vissuto il periodo del lockdown, dei ristori e di come vede il futuro. Nelle sue parole emerge l’amore che ha per la pasticceria, un amore profondo che l’ha reso tra i pasticcieri più affermati d’Italia, tanto da essere definito dagli addetti ai lavori uno degli eredi di Iginio Massari.
- Alessandro, indubbiamente il settore della ristorazione e del food in generale è stato tra i più colpiti dalla pandemia. Lei ha due pasticcerie, come ha vissuto e come sta vivendo questo periodo?
Sicuramente, soprattutto nel corso del primo lockdown, i sentimenti sono stati quelli di incertezza ma più di tutto, paura. Mi sentivo spaesato perché non avremmo mai pensato a una situazione del genere, non sapevamo quando sarebbe finita e quanto sarebbe durata. Adesso le cose sono migliorate, rispetto a marzo, perché siamo entrati nella fase di convivenza col virus e riusciamo quanto meno a gestirlo. Potrebbe andare anche meglio, e noi pasticceri siamo, rispetto ai ristoranti, avvantaggiati perché possiamo sfruttare al massimo asporto o delivery. Tuttavia, per tutti, la strada è ancora in salita, ma sono fiducioso.
- Qual è secondo lei un giusto compromesso per rilanciare l’economia del nostro Paese tenendo a bada la diffusione del contagio?
Non è semplice da organizzare, ma è una soluzione che abbiamo sotto gli occhi. Premiare chi ha messo in sicurezza il proprio locale ed è in regola con tutte le disposizioni, punire chi non lo fa. E consentire, ai virtuosi, di svolgere le loro attività. L’economia non va fermata, perché come qualcuno ha detto, non moriremo di Covid, ma di altro. Bisogna trovare un compromesso tra la sicurezza della salute di tutti e lo svolgimento del lavoro, che è essenziale per tutti a qualsiasi livello. Aggiungo anche che oltre ai famosi ristori, sarebbe giusto predisporre degli incentivi a livello fiscale, detassando le aziende più colpite.
- I ristori assegnati sono serviti per arginare le spese delle sue attività?
I ristori sono serviti, ma poco. Come dice il detto, poco è sempre meglio di niente, ma se consideriamo i primi mesi di totale lockdown, ciò che abbiamo ricevuto non compensa la perdita di fatturato. Anche perché quei ristori sono serviti a coprire, in parte, le spese che comunque ci sono state, sono serviti a mettere in sicurezza i locali, a pagare dipendenti, quindi comunque alla fine dei conti, ci sono sempre almeno due mesi di fatturato completamente perso che difficilmente vedremo.
- Come vede i prossimi mesi?
Nonostante tutto, sono ottimista, perché il sentimento di panico che prevaleva è scomparso. Il virus no, ma sono arrivati anche i vaccini, le cure sono migliorate, quindi sono segnali che ci fanno capire quanto ormai possiamo domare questo maledetto virus. Siamo stati vittime di una guerra sanitaria, ma il mio auspicio è che come dopo ogni guerra ci sia un periodo di prosperità.
- L’abbiamo conosciuta al programma sulla Rai Detto Fatto, ci ha fatto appassionare di pasticceria su Sky con Best Bakery ed è iniziata la sua nuova avventura su Tv8 al programma Ogni mattina. Come si trova a lavorare in tv?
Mi piace e mi diverte fare televisione perché un modo per far conoscere, oltre che il mio lavoro, tutto il mondo della pasticceria. Essa è un’arte e sono sempre felice quando la televisione offre degli spazi per raccontarla.
- Ci può raccontare le sensazioni che prova quando crea un dolce?
Soddisfazione, perché la creazione di un dolce nuovo richiede ricerca, attenzione, cura dei dettagli. Quindi quando vedo il risultato finale e penso “Ce l’ho fatta”, è sempre una sensazione indescrivibile.
- Se dovesse scegliere una sua creazione per descrivere il periodo di ripresa economica che, si spera, ci aspetta, quale sarebbe?
Ce ne potrebbero essere tanti, ma direi la millefoglie da passeggio, che ho proposto poche settimane fa a Ogni Mattina, perché è un dolce che si può consumare appunto camminando. Siccome siamo ancora un po’ limitati nelle nostre uscite, mi auguro che tutti possiamo presto godere di una passeggiata in compagnia e in libertà, magari insieme al mio dolce.
- Per concludere, cosa consiglia a chi vorrebbe intraprendere la carriera di pasticciere?
Il consiglio che posso dare è di studiare, studiare e ancora studiare. Mio figlio ha deciso di seguire le mie orme ed è il consiglio che gli ripeto più spesso. Nella nostra arte è importante conoscere gli ingredienti e le materie prime, per poter crescere, acquisire tecnica e creare abbinamenti sempre nuovi.
– Giusy D’Elia –