La comunità di Sanza è in apprensione per la probabile chiusura della Scuola Materna gestita dalle suore per la carenza di personale diplomato. Con la ripresa delle attività scolastiche, i genitori sono venuti a conoscenza della notizia e stanno cercando di scongiurare l’evento.
A perorare la causa della permanenza delle “Figlie di Nostra Signora al Monte Calvario” sono il parroco don Giuseppe Spinelli e il Priore della Congrega del SS. Sacramento, Rosario Antonio de Luca, il quale ha scritto una lettera alla Madre Generale, Maria La Maida.
“Si richiama la sua benevola attenzione sulla necessità a mantenere a favore dei cittadini del paese di Sanza questa insostituibile risorsa che con competenza ed assoluta dedizione si è data all’insegnamento di tutte quelle attività per cui ha lasciato un segno tangibile e duraturo nella nostra realtà cittadina per intere generazioni – scrive il priore – La preghiamo di considerare la possibilità di mantenere questo presidio che ancora potrà dare, con la sua quotidiana presenza, un’impronta costante e di fulgido esempio per tutti i sanzesi”.
Anche l’Amministrazione comunale, titolare della Scuola paritaria, vorrebbe evitarne la chiusura essendo un servizio storico di cui hanno beneficiato diverse generazioni.
Le Suore, infatti, hanno assicurato il loro servizio educativo alla comunità di Sanza sin dal 1931. L’Amministrazione dell’epoca volle istituire un luogo di formazione e ristoro per i tanti bambini i cui genitori trascorrevano nelle campagne l’intera giornata. In seguito, quello che all’inizio fu un asilo , è divenuta Scuola paritaria e quindi necessita di personale qualificato. Oggi per carenza di nuove risorse umane la Congregazione non può garantire la continuità delle attività didattiche.
“Purtroppo le suore sono sempre meno e noi non riusciamo a tener aperte tutte le case – dichiara Suor Maria Tommasina Martino dalla Casa Madre di Roma – Abbiamo tante suore anziane e tante malate. Le risorse nuove non vengono da tempo. Umanamente non possiamo sostenere tutti gli impegni”.
– Ornella Bonomo-