Non ci sta don Pasquale Gargione, parroco della Chiesa di Santa Rosa da Lima nella frazione Alano di Castellabate, a sentire le ripetute accuse che nelle ultime settimane vedono nel coro parrocchiale la causa del focolaio di Covid-19 che si è sviluppato nella cittadina di “Benvenuti al Sud”. Ricordiamo, infatti, che Castellabate si trova in “Zona Rossa” in seguito ad un’ordinanza firmata dal sindaco facente funzioni, Luisa Maiuri, per contenere i numeri del contagio che al momento preoccupa non poco la cittadina cilentana.
“Perché deve andare avanti la menzogna, la calunnia, il giudicare per sentito dire, a discapito della verità? – chiede don Pasquale in una lunga lettera scritta e pubblicata sulla pagina Fb della Parrocchia – È stato detto e inventato di tutto e di più su di me, sul coro, su tanto altro, con una superficialità e una banalità infantile da non credersi. Il coro era necessario? Certo che lo era! Il coro è presente in chiesa da quando le leggi dello Stato lo hanno permesso, osservando i dovuti protocolli. Come mai ci si accorge solo ora che in chiesa c’è un coro che canta? E durante l’estate dove erano costoro? E alle feste patronali? Possibile che mai nessuno ha visto o ascoltato il coro durante le messe di questi mesi? Che strano! Probabilmente chi si stupisce o si meraviglia nel saperlo adesso, chi oggi cade dalle nuvole, nei mesi scorsi era impegnato e distratto su altri fronti. Forse partecipava a qualche assembramento sulle spiagge, o nei corsi, o davanti ai bar, o nei centri commerciali“.
Il parroco spiega che il coro parrocchiale stava provando per la messa di Natale, “non per fare un concertino, così come i cori religiosi e civili che abbiamo visto in tv e su internet in questi giorni, tranne se non si è annebbiata la vista degli occhi e del cervello. Il nostro coro ha provato e ha cantato con mascherina e nonostante tutto molti (non tutti) dei partecipanti si sono contagiati. Come è potuto accadere? Non si sa. E quale è la spiegazione di membri di una stessa famiglia, marito e moglie ad esempio, che pur vivendo nella stessa casa uno si contagia e l’altro no? Non si sa”.
“Si è detto anche che il coro ha mangiato la pizza dopo le prove (una versione dice nella sala parrocchiale, un’altra in pizzeria). FALSO! – prosegue il sacerdote -. Basterebbe ricordare che in questo periodo le pizzerie sono chiuse e per un eccesso di zelo, controllare sulle App…tipo MoMo…se risultano consegne effettuate quella sera presso la chiesa di Alano. Si è detto del ricevimento di un battesimo. FALSO! Sono mesi che non ne celebriamo uno“.
E prosegue:”Non credete che io o il coro stesso stiamo vivendo a cuor leggero e senza avvertire la responsabilità questa situazione. È successo ad Alano; poteva succedere in qualsiasi paese del nostro comune. Ma leggere accuse, invenzioni, offese, fa veramente male, soprattutto a chi (sacerdote, chiesa, coro) ha sempre servito la comunità, come missione, in molteplici modi. Ho e abbiamo avvertito il peso non solo del fatto accaduto ma del giudizio severo di gran parte della comunità che si è preoccupata non solo di indagare ma, ripeto, anche di inventare, modificare, togliere, aggiungere senza aver né visto né sentito di persona. Avvertiamo la responsabilità di una parte di quanto è accaduto. Spero che avvertano la stessa responsabilità coloro che stanno facendo sentire me e il coro i peggiori criminali del mondo. Non abbiamo nessun problema nemmeno a porgere le scuse per tutto quanto è accaduto e per aver, alcuni di loro, preso il virus, se questo serve a placare gli animi. Ma ricordiamoci sempre di quella famosa frase di Gesù alla folla inferocita che voleva lapidare l’adultera (che lui invece perdonò): chi è senza peccato, scagli per primo la pietra!“.
Ricordiamo che nell’ultimo aggiornamento dato dal sindaco il giorno di Capodanno i contagiati totali in paese risultavano essere 102.
– Chiara Di Miele –