Rinviati a giudizio gli 8 indagati per il disastro ambientale che nel 2018 si verificò a Capaccio Paestum, quando dal depuratore di Varolato fuoriuscirono milioni di dischetti carrier finiti per gran parte in mare. La decisione è giunta ieri dal Gup del Tribunale di Salerno che, dunque, ha accolto la richiesta della Procura.
A processo i due responsabili dell’Area VI e dell’Area IV del Comune, l’ex amministratore unico e l’ex direttore tecnico della Paistom, il direttore dei lavori nominato dalla società aggiudicataria dell’appalto di gestione dell’impianto, il collaudatore statico delle opere strutturali, il legale rappresentante e il direttore dei lavori della società aggiudicataria dei lavori di adeguamento e ripristino del depuratore.
Dovranno rispondere di disastro ambientale e inquinamento doloso in concorso, attraverso violazioni plurime del Testo Unico dell’Edilizia e lavori abusivi. La prima udienza si terrà il 15 febbraio 2021.
Sono 5 le richieste di costituzione di parte civile accettate dal Gup: Legambiente,, Wwf e Codacons, il Comune di Formia e il Comune di Latina che hanno subito gravi danni dopo il ritrovamento dei dischetti sui loro litorali. Il Comune di Capaccio Paestum, invece, non si è costituto come parte offesa nel procedimento penale.
– Chiara Di Miele –
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