Intervista al professor Nicola Femminella di Sassano su “La Scuola Empatica“, il nuovo movimento artistico-letterario che trova il suo epicentro nel Cilento e che sta da qualche mese conquistando l’Italia nel nome dei sentimenti, dell’unione tra artisti e tra le persone.
- Professor Femminella, dopo l’Ermetismo e alcuni altri movimenti minori, all’orizzonte si sta affacciando un movimento letterario che potrebbe imporsi in questo secolo abbastanza complicato: l’Empatismo, o meglio, “La Scuola Empatica”. Lei è un autorevole membro di questa nuova corrente letteraria. Come la percepisce dal suo punto di vista?
“La Scuola Empatica è il movimento che aspettavamo tutti in Italia perché in un colpo solo capovolge le inutili brutture del mondo delle arti che in questi anni sembrava aver imboccato una via irreversibile. Oggi, invece, abbiamo nuovamente una luce luminosa a guidarci, un desiderio di unione e condivisione del bello e del buono“.
- Al Manifesto di questa nuova corrente letteraria hanno aderito scrittori, artisti visivi, docenti, filosofi e tanti altri eminenti esponenti della Cultura italiana. Da dove nasce il suo coinvolgimento?
“Negli anni ho lavorato molto nelle scuole del Cilento e sono onorato di aver acquisito un novero di amici che frequento abitualmente. La Scuola Empatica nasce all’interno del Centro Contemporaneo delle Arti, di cui ho fatto parte fin dall’inizio, fondato tra Milano e Vallo della Lucania nel 2018 dal poeta Menotti Lerro e dalla professoressa Giusy Rinaldi. Il Centro si è distinto per il gran numero di eventi culturali organizzati, tutti di gran pregio, tra i quali alcuni di particolare rilievo a Firenze, Salerno e a Milano, dove abbiamo anche una sede in via Rembrandt. Non esagero dicendo che la Scuola Empatica, sorta nel Cilento e diffusasi rapidamente in Italia, e già proiettata verso alcuni Paesi europei, anche per il dinamismo incontenibile e innovativo del nostro Presidente e degli eminenti suoi esponenti, si pone nell’area centrale dei movimenti più accreditati in Italia, che intendono promuovere la Cultura nel nostro Paese”.
- Un Movimento nazionale così forte e moderno che ha il suo epicentro nel Cilento di cui si tende sempre a mettere in evidenza la ruralità e l’immobilismo. Come è stato possibile?
“È possibile poiché ogni tanto nei territori più remoti nasce qualcuno di veramente speciale. Menotti Lerro oltre ad essere uno dei più innovativi autori contemporanei ha anche un grande amore per la sua terra d’origine e dunque ha voluto mettersi a disposizione per poter contribuire sostanzialmente allo sviluppo dei suoi luoghi. Si tratta di una sfida titanica che egli ha già ampiamente vinto”.
- In che misura il suo ultimo libro “Tesori nelle Terre dei Lucani e dei Sanseverino” si inserisce in questo nuovo contesto?
“Credo che l’ultimo mio libro sia anch’esso un ‘prodotto’ che porta con sé i valori che ispirano la Scuola Empatica. È un’opera nata dal sentimento che nutro per i nostri luoghi e, soprattutto, per le giovani generazioni alle quali ho inteso regalare un ‘cofanetto’ di notizie, un libro che si potrebbe definire ‘di servizio’ e, spero, di emozioni, per conoscere meglio i giacimenti d’arte, storici, naturalistici presenti nei comprensori situati nella parte più a sud della regione Campania. ‘Si ama se si conosce, e se si conosce lo si valorizza’ è stato l’enunciato che ho sempre trasmesso ai miei alunni e ai colleghi che hanno partecipato ai miei corsi di formazione“.
- Dove potrà condurre il sogno della Scuola Empatica?
“Una volta chiesi la stessa cosa a Menotti Lerro e lui mi rispose: “Non lo so. Ma lontano!’“.
– Rocco Colombo –