La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso proposto dall’ex Direttrice dell’Ufficio Postale di Monte San Giacomo e ha confermato la sentenza pronunciata lo scorso anno dalla Corte d’Appello di Potenza che l’ha condannata alla pena di 2 anni e 8 mesi di reclusione oltre al risarcimento del danno in favore della parte civile.
La donna, nello specifico, era stata condannata in primo e secondo grado perché, come unica addetta e responsabile pro tempore dell’Ufficio Postale del paese, avuta la disponibilità di un assegno relativo alla polizza “Poste – Vita Ritmo” intestata ad una signora del posto, ne aveva incassato l’importo, inserendo i relativi dati nel sistema.
L’avvocato difensore della ex Direttrice, così, ha presentato ricorso in Cassazione avverso la sentenza e ne ha chiesto l’annullamento, denunciando, tra i vari motivi, la violazione di legge con riferimento alla qualificazione giuridica del reato, sussumibile nell’appropriazione indebita. L’operazione posta in essere dall’imputata, secondo la difesa, non era tipica della raccolta di risparmio postale, bensì di tipo bancario, che ha natura privatistica, esponendo l’investitore ai rischi propri di un investimento azionario e obbligazionario. Ne consegue la mancanza della qualifica di pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio. Motivo ritenuto privo di pregio dalla Suprema Corte, che sostiene quanto pronunciato in Appello secondo cui l’attività di raccolta del
risparmio postale veste natura pubblicistica. Ne consegue che il dipendente di Poste Italiane S.p.A. quando si appropria di somme di denaro afferenti al risparmio postale riveste la qualità di incaricato di pubblico servizio e pertanto risponde del reato di peculato e non di quello di appropriazione indebita.
Ricordiamo che nel 2017 il Gup del Tribunale di Lagonegro aveva rinviato a giudizio l’ex Direttrice, finita sotto inchiesta per la sottrazione dai conti postali di circa 40 persone di una somma superiore ad 1 milione di euro. A far venire alla luce gli ammanchi dei risparmiatori erano stati, grazie ad un’articolata attività di indagine iniziata nel 2013, i militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Sala Consilina.
– redazione –