E’ stato approvato il Decreto Ristori bis per aiutare le attività e categorie bloccate dal nuovo DPCM che divide l’Italia in fasce di rischio le quali prevedono Zone Rosse e Arancioni con particolari restrizioni. Sono previsti aiuti a fondo perduto per commercianti, artigiani, Partite Iva e professionisti e contributi per le famiglie. Interventi per 2,5 miliardi di euro che saranno divisi tra congedi, bonus baby sitter, benefici fiscali e contributi a fondo perduto per le attività commerciali delle Zone Rosse e nuove categorie ammesse ad accedere ai ristori.
Per bar e pasticcerie l’indennizzo del primo Decreto Ristori viene aumentato dal 150 al 200% di quanto ricevuto col Decreto Rilancio. Lo stesso per i ristoranti (prima indennizzati al 100%) e i negozi esclusi dal precedente provvedimento e chiusi in Zona Rossa.
Bonus baby sitter da 1.000 euro e, nel caso in cui la prestazione di lavoro non possa essere resa in modalità agile, il congedo straordinario con il riconoscimento di un’indennità pari al 50% della retribuzione mensile per i genitori lavoratori dipendenti. I congedi potranno essere richiesti se non è possibile lo smart working per l’intera durata della chiusura delle scuole. Potranno richiederli anche le famiglie con disabili in caso di chiusura delle scuole o dei centri diurni, indipendentemente dall’età dei figli. Per i genitori che hanno i figli in didattica a distanza il primo Decreto Ristori ha stanziato 43 milioni di euro per i congedi al 50% della retribuzione mensile.
I contributi a fondo perduto per le attività chiuse sono pari al doppio (200%) di quelli ottenuti con il Decreto Rilancio. L’importo minimo è di 2000 euro per le persone fisiche e di 4000 euro per le piccole imprese fino a un massimo di 150mila euro. Non è previsto il tetto di fatturato per avere diritto al bonus.
Nel Decreto Ristori bis vengono ampliati i codici Ateco e sono inclusi i negozi, dall’abbigliamento agli elettrodomestici e i sexy shop, gli ambulanti, gli estetisti e i servizi alla persona, tra cui coloro che fanno piercing e tatuaggi, i servizi per gli animali e le agenzie matrimoniali.
I ristori a fondo perduto toccano alle attività chiuse nelle regioni dichiarate “Rosse”, Valle d’Aosta, Lombardia, Piemonte e Calabria, ma vi è un fondo per far fronte al possibile ingresso di altre regioni nella stessa fascia di rischio. Previsti ristori anche per i centri commerciali chiusi nel weekend.
Sospesi ritenute e pagamenti Iva di novembre per tutte le attività delle Zone Rosse, in quelle Arancioni e Gialle soltanto per le attività chiuse. Per i contribuenti Isa (Indici sintetici di affidabilità) nelle Zone Rosse slitta al 31 aprile 2021 l’acconto Ires e Irap. Per le attività di Zone Rosse e Arancioni sono sospesi i contributi previdenziali per due mesi, nelle Zone Gialle per un mese. Credito d’imposta sugli affitti nelle Zone Rosse (fino al 60%) e viene tolta anche la seconda rata Imu.
– Chiara Di Miele –