Dopo mesi di lockdown e di paura di essere contagiati dal Coronavirus le persone hanno iniziato ad uscire e in molte regioni si è abbassata la guardia.
In Sardegna, ad esempio, si è sottovalutata la situazione perché era stata considerata regione Covid-free. I turisti si sentivano “sicuri” e in gran parte non hanno tenuto comportamenti consoni alla situazione. In più occasioni si sono viste immagini di persone ammassate a ballare senza mascherina. Questo ha portato a registrare un aumento repentino di casi che ha fatto passare la regione da Covid-free ad una colma di focolai. Bisogna ricordare che il Covid-19 può manifestarsi anche in soggetti giovani in salute, in assenza di patologie pregresse, sotto forma di un semplice raffreddore o qualche linea di febbre. Nei casi peggiori, invece, le problematiche sono diverse e più serie: si può avere polmonite, insufficienza respiratoria e saturazione bassa dell’ossigeno.
Quando il virus colpisce i soggetti più deboli, il sistema sanitario nazionale può andare in tilt: per questo motivo all’inizio è stato attuato il lockdown. Bisogna però mettere a confronto i contagi di oggi con quelli dei mesi scorsi. Oggi vengono fatti molti più tamponi e a categorie diverse di persone, asintomatici, sintomatici e chi viene da determinate località turistiche. Nei primi mesi della pandemia il tampone veniva eseguito principalmente ai sintomatici cioè chi presentava febbre, difficoltà respiratorie, tosse persistente.
Purtroppo i reagenti per fare i test erano limitati e per questo venivano usati solo in caso di stretta necessità. Nonostante ora vi sia un aumento del numero di ospedalizzazioni, in nessuna regione c’è stato ancora un sovraccarico dei servizi sanitari e i focolai presenti sono tutti prontamente individuati e indagati. Questo però non esclude che il numero dei contagiati non sia preoccupante: bisogna continuare a mantenere un atteggiamento maturo indossando la mascherina ed evitando assembramenti.
I tamponi adesso vengono fatti negli aeroporti per chi arriva dall’estero e in alcune regioni stanno facendo i test rapidi. Il tampone tradizionale è il metodo riconosciuto e validato scientificamente per rilevare la presenza del virus in un individuo infetto. Viene determinato l’RNA del virus tramite un esame molecolare che si chiama PCR e l’esito si ha in 48/72 ore. Il tampone rapido invece rivela le proteine virali nelle secrezioni nasali e devono essere presenti in quantità sufficienti per essere rilevate. Ha una validità dell’85% e il risultato viene dato dopo circa 30 minuti. Neanche il tampone tradizionale è attendibile al 100% (i falsi negativi) ma hanno più attendibilità rispetto al rapido. Questo è quello che si conosce ad oggi, sicuramente questi test verranno perfezionati e questo non sarà più valido. Se si presentano sintomi (tosse, febbre, difficoltà respiratoria) la prima cosa da fare è il tampone, non il sierologico: il tampone fornisce un quadro immediato della situazione nel preciso momento in cui viene effettuato. È in grado di dirci se si è infetti, quindi contagiosi. In questo caso eseguire il sierologico (principalmente quello rapido che si può trovare anche in farmacia) ha poco senso: le IgM (cioè i primi anticorpi che si sviluppano in caso di contagio) si formano a partire da 4 o 5 giorni dopo la comparsa dei sintomi, il periodo di incubazione va dai 2 agli 11 giorni.
Servono circa 7/8 giorni per vederli con il test sierologico, giorno più giorno meno. Le IgG invece, ovvero gli anticorpi di memoria, si sviluppano dopo 2 settimane e dovrebbero conservarsi per un tempo più lungo.
Nel caso del Covid-19 non si conosce ancora con precisione questo arco temporale perché è un virus nuovo. Facciamo un esempio per spiegare meglio questo concetto: se si accusano i sintomi lunedì, dopo due giorni si fa il sierologico, sicuramente risulterà negativo, facendoci credere di non aver contratto il virus quando probabilmente non è così. Lo strumento da utilizzare in questo caso è il tampone.
Si ha ancora paura di questo virus e averla è giusto ed è normale. È un virus che in un soggetto sano dà poche problematiche ma il soggetto in questione, prendendolo sotto gamba, può infettare una persona con patologie pregresse e causarne molte e peggiorare la situazione. La paura serve a non abbassare la guardia. Informatevi e documentatevi da più fonti, ma sempre ufficiali e scientifiche, in modo da poter essere coscienti: non date ascolto ai ciarlatani, alcuni di loro credono fermamente che la terra sia piatta.