“Nessuno dovrebbe sentirsi costretto a vivere nell’ombra“. E’ questa la frase che accompagna il gruppo Fb “LGBT+ Vallo di Diano”, fondato da Dorian Gonnella, 30enne valdianese che in questo modo cerca di dare voce e sostegno contro le discriminazioni alla comunità di lesbiche, gay, bisessuali e transgender del Vallo di Diano. Dorian è nato nel corpo di una donna che, fin dall’infanzia, non ha accettato volentieri per poi iniziare un percorso che lo ha condotto al cambiamento. Fa lo scrittore, ci tiene alla sua terra ed ha una sensibilità tale da voler aiutare chi potrebbe trovarsi in difficoltà, sentirsi solo o “costretto a vivere nell’ombra”, casomai per nascondere i propri gusti sessuali.
- Perchè hai deciso di creare il gruppo “LGBT+ Vallo di Diano”?
“L’ho creato circa due settimane fa per due ragioni. Innanzitutto perchè leggendo di varie aggressioni omofobe mi è venuto da pensare a vari racconti che in passato mi hanno fatto i miei amici riguardo a problemi avuti nel Vallo di Diano. Poi perchè ho notato che esistono vari gruppi LGBT+ su Fb, ma spesso sono composti da persone molto distanti. Capita, dunque, che un omosessuale o un transessuale di queste parti possano sentirsi compresi da qualcuno di Milano ma essere ancora in gabbia nel proprio paese. Ho pensato che un’azione locale sarebbe stata ideale per far sentire queste persone comprese anche nella loro piccola realtà e creare così terra bruciata attorno a chi ancora discrimina”.
- Come hanno risposto gli interessati al gruppo? In queste settimane cosa hai registrato?
“Ho notato che nel gruppo ancora si fatica a parlare delle proprie esperienze, nonostante io abbia detto che serve anche a questo. Qui nel Vallo di Diano molti si fanno problemi anche solo ad uscire allo scoperto, a causa di chi parla alle spalle. Io sostengo che più ci faremo sentire, più ci sentiremo persone libere. Quando io ho deciso di uscire allo scoperto inizialmente ho provato del disagio, ho avuto paura di uscire di casa. Sono stati tre anni molto duri”.
- Quando è cominciato il tuo percorso personale di consapevolezza e trasformazione?
“Già verso i 6 anni ero più o meno consapevole della pansessualità e della transessualità, ma ne ho preso piena coscienza solo molto più tardi. Ho un sacco di interessi, sono molto eclettico, quindi queste situazioni erano rimaste in sospeso per un po’. Verso i 16 anni l’ho capito, ma per un lungo periodo non sono uscito allo scoperto e l’ho fatto solo a 24 anni”.
- Anche il tuo lavoro, in qualche modo, ti aiuta a dare voce alla comunità LGBT.
“Il mio progetto è di scrivere libri che non parlino strettamente della comunità LGBT ma che rappresentino dei mondi inclusivi, dove vi siano vari personaggi, anche LGBT+. Ho pubblicato un racconto autobiografico e sto lavorando ad un libro sul Vallo di Diano, una sorta di raccolta di racconti inerenti il paranormale. Sono affascinanti e appartenenti alla tradizione orale, mi dispiaceva che fossero andati perduti. Anche in questo lavoro ci sono personaggi LGBT+. I miei personaggi sono sempre molto variegati”.
- In base alla tua esperienza, diretta ed indiretta, come definiresti il livello di discriminazione, se c’è, nel Vallo di Diano?
“Credo che la discriminazione sia ancora presente nel Vallo di Diano, ma non quanto ci si potrebbe aspettare. Soprattutto non quanto potremmo aspettarci da un paesino. Sebbene io abbia sentito di storie di emarginazione terribili, di situazioni familiari da incubo, soprattutto verso transessuali, o esperienze di bullismo, devo dire che la mia esperienza personale è stata positiva. Mi sono sentito compreso quando ho deciso di affrontare il mondo apertamente, sia dagli adulti che dai giovani. Molti mi facevano delle domande, si informavano, ma non mi discriminavano. Certamente su questi temi c’è ancora poca informazione e molta confusione, soprattutto sulla transessualità. Anche avendo un cambiamento fisico radicale, molti ti si rivolgono ancora con i pronomi sbagliati. Questo è un errore gravissimo. Si possono cambiare nome anagrafico, aspetto fisico, ma l’identità che ci sentiamo dentro non potremo mai cambiarla ed è quella che conta di più. Ad ogni modo io ho notato che qui le persone sono piene di amore e ben disposte”.
- E’ un messaggio positivo quello che viene fuori dalle tue parole e dalla tua analisi del territorio.
“Attraverso il gruppo su Fb è proprio questo che vorrei far comprendere alle altre persone, a chi ha situazioni simili alla mia ma vive ancora nell’ombra. Vorrei dargli coraggio, fargli capire che qui troveranno molto più amore rispetto all’odio e che possono vivere alla luce del sole. Il Vallo di Diano è un posto splendido, ma è ancora una gemma un po’ grezza. Mi piacerebbe che splendesse anche sotto l’aspetto dell’inclusività. Mi piacerebbe che tutti capissero che davvero è un posto pieno d’amore”.
– Chiara Di Miele –