I funzionari dell’Agenzia Dogane e Monopoli della Direzione territoriale Bolzano Trento, in sinergia con la Guardia di Finanza di Bressanone, coordinati dalla Procura della Repubblica di Bolzano, nella giornata di ieri, in Italia e nella Repubblica Ceca, hanno svolto una vasta operazione, denominata “Nozze di Cana“, nei confronti di un sodalizio criminoso dedito al traffico illecito di carburante a carattere internazionale.
Più di 200 Finanzieri e Doganieri impiegati in Campania, Lombardia, Puglia, Toscana, Abruzzo e Basilicata, hanno dato esecuzione a provvedimenti emessi dal G.I.P. del Tribunale di Bolzano, che hanno portato all’arresto, a seguito di ordinanze di custodia cautelare in carcere, di 7 persone, nonché al sequestro di 3 depositi commerciali di prodotti energetici, 13 distributori stradali di carburante, 34 tra motrici, semirimorchi e cisterne adibiti al trasporto di carburanti, un’imbarcazione da diporto lunga 18 metri, timbri metallici “contraffatti” destinati alla creazione di falsi documenti di trasporto, 60 rapporti finanziari (fra conti correnti, certificati di deposito, titoli, ecc.), quote societarie e denaro contante fino alla concorrenza di 4,3 milioni di euro. Nella vicenda sono coinvolti anche 3 impianti di distribuzione carburante ubicati nel Vallo di Diano per i quali è scattato il sequestro preventivo disposto dal Tribunale di Bolzano ed effettuato dalla Guarda di Finanza di Sala Consilina.
Le persone arrestate sono: Francesco D’Auria, 42enne residente in provincia di Napoli, Gaetano Panariello, 58enne residente in provincia di Salerno, Carmelo Corsaro, 53enne residente a Settimo Milanese, Vincenzo Amita, 47enne residente a Castellammare di Stabia, Pasquale De Martino, 56enne residente in provincia di Reggio Emilia, Vincenzo Sciusco, 48enne residente a Cerignola. e Paolo Infantino, 44enne anch’egli residente a Cerignola. Nel complesso, risultano indagate 19 persone per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla reiterata commissione dei delitti di contrabbando di prodotti energetici, aggravati in ragione della quantità del prodotto commercializzato e della natura transnazionale degli illeciti.
Sette società italiane e una società della Repubblica Ceca sono state denunciate anche in relazione alla disciplina sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, per non aver impedito e, anzi, per aver agevolato la commissione dei reati di associazione a delinquere finalizzata all’evasione dell’accisa di prodotti della carburazione.
Le indagini, sviluppate in collaborazione con il Reparto Antifrode dell’Ufficio delle Dogane di Bolzano dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, hanno permesso di disarticolare un’agguerrita associazione a delinquere a carattere transnazionale che, in un solo anno, attraverso il valico del Brennero, ha “importato” illegalmente in Italia circa 7 milioni di litri di gasolio. Scopo del sodalizio criminoso era quello d’introdurre dalla Germania e commercializzare, sul territorio nazionale italiano, gasolio per autotrazione spacciandolo, sulle carte, per “olio lubrificante”, così da evitare il pagamento dell’accisa (l’imposta indiretta sulla produzione di prodotti petroliferi), che, con riferimento al gasolio, grava per circa il 60% sul prezzo al dettaglio (compresa l’I.V.A.), mentre per l’olio lubrificante acquistato in Germania la stessa è pari a zero.
Per realizzare l’ingentissima frode (limitatamente alle accise, l’imposta evasa in soli dodici mesi ha superato i 4 milioni di euro), l’organizzazione si è avvalsa di alcune società “cartiere”, prive di qualsivoglia consistenza economica, strutture operative o personale dipendente, a nome delle quali venivano emessi i documenti, anch’essi fittizi, utilizzati per scortare la merce lungo il viaggio in territorio italiano. Durante le attività di perquisizione sono stati ritrovati proprio questi punzoni falsi utilizzati dall’organizzazione per rendere originali i documenti DAS impiegati per il trasferimento del prodotto energetico “gasolio” sul territorio nazionale, che a loro volta arrivati a destinazione venivano distrutti; un sistema di frode che, con l’introduzione dell’eDAS, in procinto di realizzazione a cura del Direttore Generale Marcello Minenna, non avrà più ragione di esistere.
Su alcuni distributori stradali appartenenti all’organizzazione sono state riscontrate delle irregolarità come la manomissione della stessa erogazione, consegnando al rifornimento meno prodotto di quello indicato dal totalizzato. Ai reati presunti si aggiunge anche la frode in commercio ai danni dei cittadini.
I profili di coordinamento internazionale dell’indagine sono stati curati da Eurojust, organismo dell’Unione europea istituito, nel 2002, per stimolare e migliorare la direzione di indagini penali tra le autorità giudiziarie competenti degli Stati membri dell’U.E., nella lotta alle gravi forme di criminalità organizzata e transfrontaliera. L’evasione non ha interessato soltanto le accise ma anche l’I.V.A. gravante sulla commercializzazione del prodotto. Infatti, anche le società che cedevano il gasolio ai distributori stradali non adempivano ad alcun obbligo tributario e non provvedevano al versamento dell’I.V.A. addebitata ai clienti e da questi regolarmente pagata.
Le investigazioni hanno permesso d’individuare l’intera filiera illecita, dal vertice ai contabili, dai responsabili in loco dei vari depositi ai numerosi trasportatori, dai molteplici prestanomi delle società ai compilatori dei documenti falsi. Al danno erariale si deve aggiungere il pericolo potenziale per l’ambiente e i mezzi di trasporto derivante dall’immissione in commercio di prodotti energetici non a norma, che ignari consumatori acquistano presso distributori di carburanti presenti sul territorio nazionale. L’attività illecita, considerato il volume di prodotto illegalmente commercializzato, ha causato anche un’inevitabile distorsione del mercato, penalizzando gli operatori onesti già provati dalla grave crisi che ha colpito il settore.
– Paola Federico –