I neolaureati delle professioni sanitarie, tra cui farmacisti, biologi e psicologi questa mattina sono scesi in piazza per protestare contro la modalità con la quale si svolgerà l’esame di stato per l’abilitazione alla professione. Anche i giovani farmacisti salernitani si sono fatti sentire, per manifestare le loro istanze presso la sede dell’Ordine dei farmacisti.
“L’esame di stato che dobbiamo sostenere dopo lunghi anni di studio è inutile perché le prove riguardano argomenti già studiati prima della laurea – dichiara Alfredo Del Giudice, neolaureato in Farmacia -. Ma in questa situazione emergenziale che stiamo vivendo emergono maggiori problematiche in quanto il Ministero competente ha deciso di far sostenere gli esami di stato in modalità telematica, abolendo le prove pratiche e mantenendo una sola prova orale omnicomprensiva delle materie e dalla durata di 30 minuti. L’esame di stato si dovrebbe sostenere tra poco più di un mese e non si hanno notizie certe sulle modalità né sui contenuti delle prove e saremo costretti a pagare una tassa di circa 400 euro, somma per niente accettabile in un periodo di crisi economica nazionale“.
La protesta è partita da un gruppo di neolaureati campani e poi si è estesa a livello nazionale, infatti, questa mattina, i giovani professionisti si sono riuniti nelle piazze di Pescara, Lamezia, Bologna, Milano, Torino, Bari, Messina, Catania, Palermo, Firenze, Padova e Napoli.
“Tanta la confusione e lo sconforto per questa decisione ministeriale, che fortunatamente non tutti gli ordini nazionali hanno accettato – conclude Del Giudice -. Chiediamo al Governo l’abolizione dell’esame di stato, quale inutile sbarramento per il futuro di tutti noi giovani e il riconoscimento del tirocinio post-laurea così com’è accaduto per i laureati in Medicina, grazie al DL Cura Italia dello scorso marzo. Infine chiediamo che sia riconosciuto il nostro percorso formativo e l’adeguamento dei contratti lavorativi per i dipendenti delle farmacie private“.
La richiesta arriva da oltre 7mila laureati, raggruppati in un comitato che porterà la richiesta al Governo.
– Rosanna Raimondo –