Il “modello Campania” al centro della diretta di questo pomeriggio del Presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che come ogni settimana ha fatto il punto della situazione in merito alla seconda fase dell’emergenza sanitaria in atto. “E’ sembrato capovolgersi il ruolo tra regioni del Sud e del Nord – ha esordito – perchè i comportamenti più rigorosi sono venuti dal Sud“.
Il Governatore ha chiarito fin da subito che “la Campania ha posto al Governo il problema del ruolo tra Stato e Regioni. La Regione Campania ha difeso l’unitarietà dello Stato italiano contro la tendenza alla frantumazione in 20 Regioni staterelli. Dovevamo decidere dell’apertura per il 18 maggio e si doveva decidere quale Istituzione dovesse certificare lo stato dell’epidemia. La Campania ha sostenuto che dovesse essere il Ministero della Salute a farlo. La Regione può certificarlo nel suo ambito territoriale, non fuori. Non si può dire che ogni Regione decide qual è lo stato dell’epidemia“. In merito alle linee guida e ai protocolli per le riaperture del 18 De Luca ha precisato che il Governo li ha emessi soltanto domenica sera:”Sarebbe stato poco serio aprire in queste condizioni lunedì e la Regione si è presa altri quattro giorni di tempo per dare modo ai ristoratori di adeguarsi“.
Su alcune questioni De Luca pretende risposte chiare dal Governo, tra cui l’eliminazione dei comuni campani ex “Zone Rosse” dal Fondo del decreto Rilancio, tra cui il Vallo di Diano e Ariano Irpino. “Questo orientamento è sbagliato e deve essere cambiato – ha sostenuto – e le misure di ristoro economico devono riguardare anche le nostre Zone Rosse. Aspettiamo risposte dal Governo“. In merito alla cassa integrazione il Presidente ha precisato che la Regione Campania è stata la prima ad istruire le richieste.
100mila sono i mandati di pagamento effettuati alle imprese nell’ambito del Piano socio-economico per la ripresa e la prossima settimana dovrebbero essere completati tutti e 120mila mandati, mentre quasi 40mila mandati sono stati pagati per i liberi professionisti. Da fine maggio partirà invece il primo aumento per le pensioni al minimo che per due mesi verranno innalzata a 1000 euro.
“Abbiamo riaperto ieri ristoranti e pizzerie con le norme che vanno rispettate – ha spiegato De Luca – e in questa settimane prenderemo altre decisioni che riguardano le aperture dal 25 di piscine, palestre e B&B, centri termali. Autorizzeremo anche gli stabilimenti balneari. Teniamo bloccata la movida, con la chiusura dei baretti alle 23. Dobbiamo cogliere l’occasione dell’epidemia per spiegare che nessuno può immaginare che tornare alla normalità possa significare tornare a fare quello che facevamo prima. Negli anni sono andati crescendo comportamenti irragionoveli, è cresciuta una massificazione alienante anche per il divertimento. Di sera dobbiamo avere meno droga, nessuna pasticca. Dobbiamo cancellare l’abitudine a rincretinirsi con l’uso di superalcolici che mandavano in coma etilico decine di ragazzi nel fine settimane. Questi fenomeni hanno assunto una dimensione impressionante anche per comportamenti irresponsabili di gestori di questi bar. E’ sbagliato generalizzare, tanti gestori sono persone corrette, ma abbiamo visto crescere una percentuale enorme di gente senza scrupoli. Per adesso queste attività, senza forme di controllo serio, non riprendono“.
Poi attenzione alla situazione sanitaria: ieri soltanto 10 contagi e circa 6000 tamponi. “Dobbiamo azzerare il numero di persone che vengono contagiate ogni giorno – ha concluso – e quindi vi chiedo di aiutarci ad aiutarvi. Non prendiamo queste misure a cuor leggero. Voi al posto mio che cosa fareste quando vedete migliaia di ragazzi che si affollano senza mascherina e cominciano a bere dalla stessa bottiglia? Se prendiamo delle decisioni lo facciamo per tutelare la vita dei nostri cari e per impedire che si ritorni alla chiusura di tutto. Se sarete responsabili usciremo fuori a testa alta da questa epidemia“.
– Chiara Di Miele –