Si è tenuta nei giorni scorsi una riunione in videoconferenza del Comitato Nazionale dei Tribunali Accorpati (Comitato di Coordinamento Nazionale per la Giustizia di Prossimità) per discutere delle problematiche legate alla chiusura dei Tribunali Circondariali, le cui rappresentanze amministrative, forensi ed associative sono tutte presenti nel Comitato. Tra i partecipanti alla riunione anche l’avvocato Elisabetta Giordano che si batte per la riapertura del Tribunale di Sala Consilina.
“Il momento che stiamo vivendo, l’emergenza Covid, ha messo in evidenza l’inefficienza di questa soppressione e del successivo accorpamento – afferma l’avv. Giordano -. L’accentramento, così come è stato nefasto per la sanità, perché se ci fossero stati piccoli ospedali ci sarebbe stato un minore dispendio di denaro e soprattutto una maggiore efficienza per quanto riguarda il ricovero dei pazienti, lo è stato anche per quanto riguarda i Tribunali”.
Secondo Elisabetta Giornado, l’incongruità dell’accorpamento a Lagonegro in questo momento è ancora più evidente.
“Siamo fuori Regione e quindi dobbiamo avere l’autocertificazione per ogni spostamento verso Lagonegro – sottolinea l’avv. Giordano -, ma quello che mi preme rimarcare è che la struttura non è idonea per il mantenimento delle distanze e quindi non possiamo lavorare in sicurezza. La politica dovrebbe aiutarci in questo momento, ma invece siamo soli”.
Anche se potrebbe sembrare un argomento non centrale in questo momento di emergenza, sarebbe, secondo Il Comitato Nazionale, il tempo opportuno per cambiare rotta perché “l’accorpamento non funziona”.
“Il momento dovrebbe essere utilizzato come ‘grimaldello’ – ha riferito nel corso della videoconfetenza il presidente del Comitato, l’avv. Pippo Agnusdei – per affrontare questa situazione perché l’accentramento non porta utili. È una cosa negativa, lo abbiamo visto, come per la sanità così per la giustizia che è altrettanto importante. È un momento che va sfruttato al meglio”.
“Ci siamo fatti sentire anche con le istituzioni politiche – dichiara in conclusione l’avv.Giordano – ma purtroppo nessuno fa niente”.
In videoconferenza anche Katia Pafundi, Responsabile del Centro Antiviolenza Aretusa di Atena Lucana.
– Paola Federico –