“Ho iniziato a lavorare quando avevo 15 anni. Ma adesso mi rendo conto che le difficoltà sono davvero tante. Presidente Conte, non ci faccia emigrare in altri Paesi“.
E’ un passaggio della lettera che un piccolo imprenditore di Picerno, il 45enne Stefano Lettieri, ha inviato nei giorni scorsi al presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte. Lettieri lavora nell’ambito della ristorazione, e in due pagine ha voluto raccontare al presidente Conte del momento difficile che lui e tanti colleghi stanno attraversando.
“Presidente, si parla tanto di far riprendere l’economia, di aiutare le imprese e i lavoratori. Ma come? Senza le imprese – ha dichiarato Stefano Lettieri – non esisterebbe niente. Molte spesso vedo e sento gente che vuole dare consigli o ergersi a professore. Parlare e dare suggerimenti sulla pelle degli altri è facile e lo può fare chiunque, non c’è bisogno di illustri. Invece per avere un’azienda ci vogliono persone all’altezza della situazione, perché se le cose vanno male, a rimetterci è la propria tasca“.
Secondo l’imprenditore di Picerno, i problemi causati dall’emergenza sanitaria “non si risolvono dando un prestito alle aziende, anche se tutti ne abbiamo bisogno. Ma tra qualche mese sarà peggio di prima, perché è come dare un antidolorifico senza trovare la cura“.
Nella lettera, l’imprenditore ha anche riportato a Conte uno schema con tutte le spese che un’azienda sostiene quotidianamente: personale, energia, tasse, commercialista e tutto ciò che serve per far funzionare un’attività.
“Ogni giorno – ha concluso Lettieri – facciamo sacrifici, ma bisogna cambiare il modello Italia se vogliamo salvare il Paese e le aziende. Sono orgoglioso di essere italiano e vorrei continuare ad esserlo qui, senza emigrare. Lascio a voi la parola, ma spero prendiate in considerazione queste righe per farvi capire la vita reale che noi piccoli imprenditori viviamo“.
– Claudio Buono –