Covid-19 e imprese. Un tema che accende i dibattiti in relazione a una graduale ripresa delle attività produttive, la cosiddetta “Fase 2”. Ne abbiamo parlato con l’imprenditore Carmine Cardinale, patron della Cardinale Group.
- Il Coronavirus rappresenta un pericolo non solo per la salute pubblica, ma anche per le finanze degli imprenditori. Lo Stato ha annunciato una serie di aiuti destinati alle aziende. Questo sostegno è risultato essere stato erogato?
In realtà di questi aiuti non si è ancora visto nulla di concreto. Si parla di supporto da parte delle banche, che poi si traduce in normali prestiti che presuppongono delle procedure anche complesse per l’approvazione, quindi non sono delle misure a vantaggio di tutti gli imprenditori. I rappresentanti della politica dovrebbero pensare a soluzioni più importanti per le imprese, in particolare quelle del Sud Italia, come immissione di liquidità sul mercato e imponenti sostegni agli imprenditori che devono aprire o riaprire le proprie attività. La politica dovrebbe fare da stimolo per la ripresa, stimolo che ancora ad oggi non si verifica. Purtroppo, continuando in questo modo si crea ancora più disoccupazione perchè con gli scarsi aiuti e l’oppressiva burocrazia attuale, un imprenditore ci pensa due volte a riprendere la sua attività. Questo si ripercuote sull’intera economia locale, che diventa ancora più precaria.
- Come vede la “Fase 2” nel Vallo di Diano? Si può davvero parlare di ripresa?
L’Italia, per quanto riguarda l’ondata di contagi, non è tutta uguale. Negli ultimi giorni abbiamo avuto regioni del Sud Italia con contagi bassissimi o pari a zero, come la Basilicata o la nostra Campania. Da questo punto di vista, sono convinto che nei nostri territori si potrebbe avviare una ripresa più veloce, sempre nel rispetto delle norme igienico-sanitarie per la salvaguardia della salute pubblica, dando così la possibilità a chi ha voglia di lavorare di iniziare nuovamente a percepire un reddito e risollevare la propria situazione economica e, di conseguenza, quella di tutta la comunità. Quello che ho notato nel Vallo di Diano è stato il tendenziale rispetto delle regole, sono stati pochi quelli che hanno disatteso le normative in merito. Ritengo quindi che si dovrebbe procedere con un’apertura più ampia nei nostri territori, sempre con elevato senso civico da parte dei cittadini e organizzazione adeguata nelle imprese.
- Come sarà il post-Coronavirus? Si tratta solo di un brutto periodo che non lascerà traccia nella memoria e nei comportamenti degli italiani?
La vicenda Covid-19 ci ha irrimediabilmente segnato per sempre. Questo virus ci ha davvero cambiato la vita. Si tratta dell’inizio di una nuova era, in cui la tecnologia sarà sempre più presente e cittadini e imprese dovranno cambiare modo di pensare, di approntare nuove strategie e assumere una nuova mentalità per adeguarsi anche a quelli che saranno i cambiamenti del mercato e del lavoro.
– Maria De Paola –