“Non ce la facciamo più” è il grido di rabbia, di sconcerto e di disperazione degli operatori di bar, ristoranti, pizzerie, rosticcerie ma anche di estetisti, parrucchieri, barbieri, ludoteche, negozi di abbigliamento ebolitani. “Siamo chiusi da quasi due mesi – dichiara la giovane portavoce Emiliana Marra– . Abbiamo subito ingenti perdite di derrate alimentari e danni economici rilevanti a seguito dell’emergenza Covid-19. Le misure adottate dalla Regione Campania a partire da lunedì scorso non ci consentono di svolgere la nostra attività di bar e altri pubblici esercizi e per questo restiamo chiusi. Le misure restrittive non consentono di realizzare livelli di fatturato adeguati a coprire le spese di esercizio lievitate enormemente per effetto dell’emergenza Coronavirus, dall’acquisto dei DPI per i dipendenti, alle spese di sanificazione, all’acquisto di materiali per assicurare il distanziamento sociale”.
I commercianti hanno inviato al Sindaco di Eboli una petizione sottoscritta da circa 50 attività commerciali e pubblici esercizi in cui figurano le criticità rilevate nella riapertura con le richieste di ricevere contributi o altre agevolazioni tributarie per cercare di superare questo momento drammatico.
“Siamo tutti per la tutela della salute pubblica – affermano – ma senza la revisione di alcune ordinanze, senza garantire incentivi e agevolazioni pubbliche adeguate ai nuovi costi aggiuntivi effetto dell’emergenza sanitaria e delle misure di precauzioni obbligati ad adottare, le nostre attività non riusciranno più a riaprire e questo significherà la perdita di centinaia o forse migliaia di posti di lavoro“.
A questo proposito i consiglieri comunali Pasquale Infante e Francesco Rizzo del Gruppo Consiliare PD hanno proposto una mozione consiliare per impegnare la Giunta a sollecitare la Regione a rivedere l’ordinanza e formulare specifiche richieste per superare le problematiche rilevate dagli operatori ebolitani nella riapertura, istituire un fondo comunale da destinare alla concessione di un contributo agli operatori per far fronte alle ulteriori spese sostenute per acquistare i dispositivi e i materiali e per procedere ai servizi di sanificazione, creare un albo delle aziende specializzate in sanificazione che a costi controllati e contenuti siano a disposizione degli operatori economici ebolitani, stipulare accordi con istituti bancari per garantire un sostegno alle imprese start up o per operatori economici che presentano pregiudizievoli e non possono accedere ai finanziamenti previsti dal decreto liquidità, applicare una moratoria al pagamento delle imposte locali in modo da poter valutare l’ipotesi di inserire delle riduzioni, degli abbattimenti ed eventuali altre agevolazioni tributarie, concedere in via eccezionale gratuitamente parte delle spiagge libere ai titolari di stabilimenti balneari che ne facciano richiesta.
– Chiara Di Miele –