“Si parla tanto di aiuti statali e regionali, ma alcune imprese, come la mia, sono totalmente tagliate fuori. La causa? Aver aperto l’attività nei primi mesi del 2020”.
A dirlo, insieme a tante parole che lasciano intendere la disperazione per il momento che si sta vivendo, è Paolo Marino, imprenditore di San Rufo originario di Sala Consilina. Paolo, 40enne, sposato e con due bambini, con non pochi sacrifici ha aperto il 20 gennaio scorso un bar a Padula Scalo, che ha dovuto poi chiudere, come da disposizioni governative per il contrasto al Coronavirus, l’11 marzo. Come tutti gli imprenditori italiani si trova, quindi, ad affrontare una difficile situazione economica che purtroppo rischia di compromettere il sostentamento familiare e il futuro lavorativo.
Il Governo italiano e la Regione Campania sono da subito andati incontro ai problemi economici riscontrati dai cittadini che hanno dovuto completamente bloccare le proprie attività, non avendo più alcuna entrata: dai prestiti garantiti dallo Stato al piano di sostegno regionale che prevede un bonus di 2.000 euro alle imprese.
“Sarebbe tutto più semplice se anche per noi fosse così – racconta Paolo Marino -. Purtroppo però non possiamo fare alcuna richiesta perché, avendo aperto nel 2020, non possiamo, ovviamente, presentare alcun fatturato del 2019. Quindi per me, come per i tanti che si trovano nella mia stessa situazione su tutto il territorio nazionale, è impossibile accedere a questi aiuti”.
Si può però immaginare la drammatica situazione che deve affrontare chi, come Paolo, ha appena investito i propri risparmi su una nuova attività e inoltre anche diverse rate dei finanziamenti da dover saldare. A questo si aggiungono le tasse, l’affitto, le spese correnti familiari.
“Non riusciamo a far fronte a questi pagamenti, che purtroppo vanno saldati in qualche modo, perché obbligati a stare a casa senza poter lavorare – sottolinea Paolo -. Sentendo dei bonus per le aziende si era acceso un lume di speranza, poi invece la triste notizia. Le rate si accumulano e la situazione non trova soluzione. E’ tutto assurdo, dato che se avessimo aperto anche l’ultimo giorno di dicembre avremmo potuto accedere ai bonus”.
Come tutti i possessori di partita IVA anche a Paolo spetta il bonus statale di 600 euro, che però tarda ad arrivare. Ma non basterebbe neanche per pagare le bollette.
“Ci stiamo indebitando senza avere alcuna responsabilità. Provo un senso di imbarazzo nel dirlo, ma purtroppo ho dovuto chiedere anche il pacco alimentare che il Comune mette a disposizione delle famiglie in difficoltà, perché non riusciamo neanche a fare la spesa – dice -. Se io e mia moglie non avessimo ricevuto una mano dalle nostre rispettive famiglie non so proprio come avremmo fatto ad andare avanti in questi mesi. Vi assicuro che dire continuamente ‘No’ alle richieste, anche semplici, dei propri figli non è per niente semplice, non lo auguro a nessuno. Non so adesso cosa ci aspetta nell’immediato futuro e come affronteremo ancora le difficoltà, siamo impotenti”.
– Paola Federico –