Lettera aperta di Gennaro Cono De Paola, Segretario dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Sala Consilina.
Oggi, nell’era Covid-19, ci troviamo a gestire una crisi che non ha eguali, di cui qualcuno non ne ha compreso la reale portata. Data la situazione, vi è la necessità di attivare ogni strumento idoneo e necessario per evitare il disastro economico. Tempo fa, all’inizio della crisi in una lettera ai nostri iscritti dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Sala Consilina-Circondario del Tribunale di Lagonegro, avevo paventato il pericolo cui si andava incontro, cioè una crisi prima economica e poi finanziaria che avrebbe falcidiato tante nostre aziende se non si fosse provveduto in tempo. Il governo, sulla scorta delle richieste del mondo imprenditoriale, dei professionisti e dei sindacati, ha messo mano al problema liquidità ma lo ha fatto senza la necessaria chiarezza.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti, linee telematiche in tilt, nottate trascorse davanti ai computer per cercare di essere tempestivi nell’aiutare in tutti i modi le nostre imprese, decreti attuativi che tardavano ad arrivare e così via.
Con rammarico devo dire che il governo non ha mai chiesto, come categoria, un contributo al fine di trovare una soluzione alla grave crisi. Eppure noi siamo in prima linea, siamo coloro che stanno in contatto quotidiano con la realtà delle imprese, siamo coloro che conoscono meglio di altri le problematiche delle aziende. Bisogna dare atto che diversamente, la Regione Campania ci ha coinvolti in prima persona (fatto unico) nel cosiddetto piano per l’emergenza socio-economica a favore delle imprese, professionisti, famiglie e servizi socio-assistenziali.
Detto questo, mi preme sottoporre all’attenzione un aspetto trascurato: come rimediare alle perdite originate dai mancati ricavi per inattività o riduzione dell’attività.
Com’è noto, la soluzione preferibile è quella di colmare il gap tra ricavi e costi con capitale proprio, però data la congiuntura, ciò è fattibile per pochi. Ricorrere al capitale a debito, è sconsigliabile, data la situazione di grande incertezza anche per il futuro. L’unica soluzione sarebbe quella dei contributi a fondo perduto. Pertanto per avviarci lungo la strada della ripresa bisognerebbe agire lungo più direttive:
- colmare il gap tra ricavi e costi (perdite) attraverso provvidenze a fondo perduto;
- immissione nel sistema della necessaria liquidità;
- semplificazione delle procedure, ma nel vero senso del termine.
In questa situazione il nostro sistema bancario assurgerebbe a elemento fondamentale, ne consegue la richiesta, soprattutto alla cosiddette “banche del territorio” di impegnarsi a fondo e con celerità.
Leggevo qualche giorno fa, le riflessioni su Ondanews a seguito del “decreto liquidità” del direttore delle Banca Monte Pruno Michele Albanese, il quale giustamente faceva rilevare che fare credito in maniera frettolosa oggi, potrebbe significare avere problemi seri da gestire tra qualche anno, nelle masse di credito deteriorato che le banche si troveranno ad avere, in attesa di ricevere i fondi statali come da garanzia. Senza considerare che i soldi delle Banche, e in particolar modo delle banche di credito cooperativo, sono fondi raccolti tra la clientela, che vanno investiti con cautela ed utilizzando tutte le precauzioni proprie del mercato del credito. Tutto questo però, diceva il Direttore Albanese, non ci deve esimere dall’utilizzare qualsiasi strumento idoneo a evitare il collasso economico.
Nel condividere pienamente le preoccupazioni del Direttore Michele Albanese, faccio presente sommessamente che soprattutto le “banche del territorio”, essendo strettamente legate al territorio del nostro Circondario, dove opera il nostro Ordine, conoscendo bene la realtà di questi ambiti, conoscendo bene la propria clientela e le rispettive dinamiche, (trattasi di “conoscenze rafforzate da contatti quasi sempre quotidiani”), più delle altre banche, che pur rivestono un ruolo importante nella crescita economica dei nostri territori, dovrebbero essere facilitate nella celere erogazione dei finanziamenti, questa volta libere da lacci e lacciuoli per i motivi anzidetti, ciò anche per evitare i pericoli legati all’usura.
Pertanto è interesse comune dei professionisti, delle banche e delle istituzioni, di mettere in atto ogni azione o strategia, al fine di risalire la china e dare un futuro ai figli di questi territori.
– Gennaro Cono De Paola –